In vista dello scontro cruciale contro il Cesena, la decisione di Roberto Breda di convocare solo tre attaccanti solleva più di un interrogativo sul futuro immediato della Salernitana. Convocare nove difensori, nove centrocampisti e solo tre attaccanti è come se dovessimo arginare il Barcellona di Guardiola, schierando in campo Cerri come unico e solitario attaccante, sacrificato sull'altare della prudenza come un San Sebastiano del pallone.

Una squadra che, con lo spettro della Serie C sempre più incombente, ha bisogno di ben altro approccio per invertire una rotta che è ancora possibile correggere.

La convocazione che fa riflettere

Solo tre attaccanti. Non uno di più, non uno di meno. Come se i gol, in questa fase della stagione, fossero un dettaglio trascurabile e non l'ossigeno necessario per la sopravvivenza nella categoria. Una scelta che riflette perfettamente la filosofia tattica adottata nelle ultime uscite dove si è visto in campo quello che è sembrato a tutti un 5-4-1 che, con tutto il rispetto per le convinzioni del tecnico, appare quanto mai inadeguato per una squadra che ha l'obbligo di fare punti.

Non siamo di fronte all'Inter o al Napoli, ma al Cesena. Una squadra rispettabile, certo, ma contro cui la Salernitana, per storia e ambizioni, non dovrebbe presentarsi con il solo intento di limitare i danni.

Il paradosso tattico

Il 5-4-1 rischia di diventare il marchio di fabbrica di Breda. Un modulo che nella sua intenzione dovrebbe garantire solidità difensiva per poi colpire in contropiede. Peccato che la Salernitana, con un solo terminale offensivo, spesso isolato e abbandonato a sé stesso, di contropiedi efficaci ne abbia prodotti davvero pochi.

La domanda sorge spontanea: a cosa servono tanti difensori e centrocampisti quando i gol subiti continuano ad essere una costante? E soprattutto, a cosa serve non prenderle (ammesso che ci si riesca) se poi non si ha la forza per darle?

In un campionato come la Serie B, dove spesso è l'audacia a fare la differenza questo atteggiamento conservativo appare anacronistico. Anche perché, vale la pena ricordarlo, la Salernitana non è una neopromossa che punta alla salvezza, ma una squadra costruita per ben altri obiettivi.

Una proposta ragionevole

Caro Breda, lasci che questo umile cronista le offra un consiglio non richiesto: la Salernitana ha bisogno di vincere. E per vincere, con buona pace di tutti i teoremi tattici, bisogna segnare. E per segnare bisogna attaccare. E per attaccare servono gli attaccanti.

Scardini quel 5-4-1 che sa di naftalina e di rassegnazione. Abbracci un più equilibrato 3-4-2-1 che almeno offra la possibilità di poter varcare la metà campo avversaria. Lasci che i suoi uomini sentano il profumo dell'area di rigore avversaria, che non è territorio proibito ma terra promessa.

Il momento della verità

La situazione di classifica impone scelte coraggiose. La Serie C non è solo un campionato inferiore, ma rappresenterebbe un fallimento sportivo ed economico che la piazza di Salerno non merita di vivere.

Lei ha certamente le sue ragioni tattiche, ma talvolta le partite si vincono anche (e soprattutto) con il coraggio. E convocare solo tre attaccanti per una partita da dentro o fuori non sembra esattamente la più coraggiosa delle scelte. E' proprio sicuro che un altro attaccante come Braaf non poteva esserle utile averlo almeno in panchina?

La speranza è che, al di là delle convocazioni e dei moduli sulla carta, la Salernitana scenda in campo con la consapevolezza che, a questo punto della stagione, non c'è più margine per calcoli o prudenze tattiche. È il momento di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di trasformare la fame in punti e la determinazione in gol. Non ci sono alternative: serve la vittoria, e serve ora.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 01 marzo 2025 alle 10:00
Autore: Giovanni Santaniello
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