A Salerno, l'ennesima impresa di Fabrizio Castori suscita una profonda nostalgia e zittisce i suoi detrattori.

L'artefice della storica promozione della Salernitana in Serie A sta dimostrando ancora una volta di essere molto più di un semplice "vecchio tecnico di provincia", come qualcuno aveva frettolosamente etichettato il mastino marchigiano.

A Bolzano, Castori sta replicando quello che i tifosi granata ricordano bene: la capacità di trasformare una squadra alla deriva in un gruppo con un'identità precisa e una fame agonistica contagiosa. Il Sudtirol che ha ereditato da Valente e Zaffaroni era una non-squadra, un gruppo smarrito che sembrava destinato a una retrocessione quasi annunciata. Oggi, quello stesso gruppo sta facendo tremare le grandi della Serie B.

Il marchio di fabbrica è rimasto lo stesso che avevamo imparato a conoscere all'Arechi: partenze sprint che tolgono il fiato agli avversari. I numeri parlano chiaro: nelle ultime cinque gare casalinghe, il Sudtirol ha sempre trovato il gol nei primi quindici minuti, quattro volte addirittura entro l'ottavo. Un dato che riporta alla mente le cavalcate della Salernitana di Castori, quando il pressing asfissiante dei primi minuti spesso decideva l'esito delle partite.

Le recenti vittorie contro Reggiana, Frosinone e Sampdoria non sono casuali, ma il frutto di un lavoro metodico che ricorda da vicino quello che portò la Salernitana alla storica promozione. La stessa intensità, la stessa verticalizzazione immediata, la stessa capacità di trasformare ogni partita in una battaglia tattica dove nulla è lasciato al caso.

"Non importa come, oggi contava vincere", ha dichiarato dopo la vittoria sulla Sampdoria. Parole che sembrano uscite direttamente dal nostro archivio del 2021, quando ogni vittoria era un mattone nella costruzione di un sogno che sembrava impossibile.

Per chi ha vissuto l'era Castori a Salerno, vedere il suo Sudtirol lottare con questo spirito genera un mix di nostalgia e orgoglio. La squadra altoatesina è ancora invischiata nella lotta per non retrocedere, ma ha ritrovato quella dignità e quell'identità che sembravano perse. Gli stessi ingredienti che, non molto tempo fa, hanno permesso ai granata di scrivere la storia.

A chi lo aveva dato per finito, Castori sta rispondendo come sa fare meglio: con i risultati sul campo. E mentre il suo Sudtirol continua a sorprendere, a Salerno qualcuno forse ripensa a quei giorni in cui un "vecchio tecnico di provincia" ha dimostrato che nel calcio, più delle etichette, contano il lavoro, la determinazione e la capacità di trasformare un gruppo di giocatori in una squadra vera.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 20 febbraio 2025 alle 11:30
Autore: Giovanni Santaniello
vedi letture
Print