Luca Esposito, Direttore Responsabile di TuttoSalernitana, ha rilasciato alcune dichiarazioni a frosinonenews in merito alla sfida di domenica pomeriggio.
Come arriva mentalmente e fisicamente la Salernitana a questo appuntamento con il Frosinone? Il mercato invernale come ha cambiato l’assetto della compagine?
“La sconfitta contro la Carrarese ha minato le poche certezze acquisite in questo mese e mezzo. Va detto che i risultati positivi contro Reggiana e Cremonese erano arrivati anche grazie ad un pizzico di fortuna, con un rigore a favore al 98′ e le grandissime parate del portiere Christensen. Sul piano del gioco non c’è stata alcuna svolta con l’avvento di Breda in panchina, c’è chi assicura che il mister rischi il posto in caso di passo falso domenica pomeriggio a prescindere dalle dichiarazioni ufficiali della proprietà. Quanto al mercato, la Salernitana aveva bisogno di qualche certezza in più e non di calciatori come Corazza, Zuccon, Guasone e Girelli che non giocavano nelle rispettive società. E, ad oggi, anche Raimondo, Lochoshvili e Caligara hanno piuttosto deluso le attese. Mancano come il pane un difensore centrale rapido, un centrocampista di qualità e un attaccante forte”.
Uno scontro diretto tra due grandi deluse che rischiano una doppia retrocessione consecutiva dopo l’amaro finale dello scorso anno…Secondo lei a cosa va imputato questo percorso per quanto concerne le due formazioni scese dalla serie A? Si aspettava un simile campionato?
“Non mi aspettavo questo percorso così difficoltoso da parte del Frosinone. Avevo interpretato la permanenza del direttore sportivo Angelozzi come un segnale di immediata ripartenza per puntare alla A. Senza dubbio retrocedere all’ultima giornata con una sconfitta casalinga maturata nei minuti finali è una mazzata tremenda, non è sempre semplice rialzare la testa. Quanto alla Salernitana, il campionato è in linea con gli errori di una società retrocessa virtualmente un anno fa, ma che a inizio luglio era ancora alle prese con problematiche economiche di varia natura. Non aver dato un budget sufficiente all’ex ds Petrachi ha comportato un totale ridimensionamento, pensate che non è stato toccato un euro dei 25 milioni del paracadute. Imperdonabile, soprattutto per un presidente che aveva prospettato ai salernitani l’Europa e campioni di caratura internazionale in organico”.
Il club campano è stato autore di una bella iniziativa abbassando il costo del biglietto per poter richiamare quanta più gente possibile allo stadio. Quanto è importante il supporto dei tifosi in un momento così delicato?
“Sotto questo aspetto va riconosciuto che la società sta facendo dei passi in avanti, anche se qualche abbonato ha storto legittimamente il naso. È vero che in campo scendono i calciatori, ma ci sono alcuni stadi in cui la spinta dei tifosi fa la differenza e credo che l’Arechi sia uno di questi. Lo abbiamo visto contro Reggiana e Cremonese, ma è storicamente difficile per tutti fare risultato a Salerno quando i tre settori partecipano e vivono la partita intensamente. Va detto, però, che sono lontani i tempi in cui c’era la caccia al biglietto ogni volta che si avvicinava un evento importante: ci si gioca una buona fetta di salvezza e sono appena 4000 i biglietti staccati, pur con scuole, scuole calcio e under14 gratis nei distinti. Credo si toccheranno le 11-12mila unità, ma è comunque un fattore da non trascurare”.
Venendo agli avversari, che idea si è fatto del Frosinone? Il nuovo mister, Paolo Bianco, può essere a suo avviso utile a invertire la rotta giallazzurra?
“Mi sembra un problema soprattutto di natura psicologica. La rosa non è da prime posizioni, ma nemmeno merita una classifica del genere. Secondo me Bianco è un allenatore “giochista”, forse serviva più il proverbiale sergente di ferro che lavorasse in primis sull’aspetto mentale. Un po’ come sta facendo Castori a Bolzano. A Modena, comunque, ne parlavano benissimo e ora si gioca una grande occasione per far svoltare la sua carriera. Non me ne voglia Greco, ma è stato un esonero anche tardivo. Anche in occasione della vittoria contro la Salernitana ho visto uno spettacolo di categoria inferiore. Da una parte e dall’altra”.
Alla luce di tutte queste situazioni, che partita si aspetta per questa domenica?
“Il pallone scotterà per entrambe, ma allo stesso tempo il pareggio non servirebbe a nessuno. Il Frosinone dovrà essere bravo a superare il primo quarto d’ora, quando la spinta dell’Arechi darà una marcia in più. Se la Salernitana non dovesse riuscire a sbloccarla e ad esprimersi, a quel punto il tifo dello stadio si trasformerebbe in una enorme pressione e questo farebbe il gioco dei ciociari. Ribadisco: il pari sarebbe inutile, ma sono due squadre in difficoltà e credo sarà un match molto teso e con poco spazio per il gioco e lo spettacolo”.
Possibile formazione iniziale della Salernitana?
“Breda non è riuscito a dare gioco e identità alla squadra, schierare sempre cinque difensori anche quando eri in superiorità numerica ha contribuito a collezionare prestazioni e risultati negativi. Immagino si possa passare al 3-4-2-1, con Tongya al fianco di Verde e Cerri unica punta. In questo caso ci sarebbe una staffetta con Soriano, apparso in grande crescita in queste settimane. In mediana Amatucci è un po’ a corto di fiato dopo un ottimo girone d’andata, ma difficilmente il mister rinuncerà a lui in un match del genere. Immagino che Adelaide prenderà il posto di Caligara. Dietro si va verso il consueto terzetto formato da Bronn, Ferrari e Lochoshvili, mentre Stojanovic e Njoh saranno gli esterni”.
Secondo lei queste due squadre ce la faranno alla fine a salvarsi o le vede già condannate?
“Molto dipenderà dalla gara di domenica. È chiaro che una sconfitta sarebbe deleteria per il Frosinone. È vero che la classifica è corta, ma le giornate stanno diminuendo e il calendario non sarà semplice per entrambe. La Salernitana ha però il vantaggio di giocare 5 scontri diretti su sei all’Arechi. Alla fine credo che realtà come Mantova, Sudtirol, Carrarese, Cittadella e Brescia abbiano organici inferiori ai granata e ai giallazzurri, sarebbe bello che due piazze calde e passionali come Frosinone e Salerno mantenessero la categoria per poi puntare al ritorno in A l’anno prossimo”.
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