A Salerno la situazione di classifica in cui versa la Salernitana è difficile al punto che non dovrebbe lasciare spazio alcuno ai sentimentalismi e all' amarcord in generale. Troppo importante il presente e l'obiettivo da raggiungere, per l'ottenimento del quale stavolta realmente non è ammissibile sbagliare. L'ossessione primaria della Bersagliera contro il Sud Tirol è la vittoria, l'ossessione finale è la permanenza in cadetteria. Tutto vero e giusto ma forse è impossibile attuare completamente il suddetto proposito, forse non si potrà non tornare un attimo indietro con la memoria a quella stagione 2020/21, segnata dall'emergenza epidemiologica COVID 19, drammatica e sconvolgente per il mondo e, tra ben altri scenari tragici, capace anche di chiudere gli stadi all'accesso del pubblico. In quel silenzio spettrale dell'Arechi si esibiva una Salernitana allenata dall'attuale guida tecnica dei Tirolesi, tal Fabrizio Castori da San Severino Marche, un mister già passato per Salerno anni prima, ma ora capace di plasmare e condurre un gruppo che scrisse un'autentica impresa sportiva: riportare in serie A la Bersagliera ventitre anni dopo la cavalcata granata targata Delio Rossi.
L'epidemia limitò tantissimo l'eco di quel successo, condizionandone le celebrazioni e privando i protagonisti della possibilità di esibirsi in uno stadio pieno e traboccante di passione. Ia straordinarietà del risultato resta però intonsa, caratterizzato dal fatto che il cavalluccio marino non partiva certo tra le favorite al salto di categoria e, nonostante ciò, mise in fila autentiche corazzate come Monza e Lecce. In quel successo ci fu tantissimo di Fabrizio Castori, allenatore esperto della categoria, pragmatico e bravo nel preparare e leggere le partite come nel dare equilibrio ad una squadra solidissima nelle retrovie e cinica in attacco. Un calcio solo a tratti spettacolare ma tremendamente efficace, senza fronzoli ed orpelli, lontano dall'idolatria del possesso palla teorizzato dal tiki-taka catalano e spietato nelle verticalizzazioni e nell'aggressione degli spazi. Quel calcio all'apparenza semplice e lineare che non vuole complicare uno sport con chiare regole base come il prendere un goal in meno degli avversari e come l'avanzare il prima possibile verso area di rigore e porta altrui.
Questo pragmatismo, questo spirito di gruppo, questo animus pugnandi Castori lo ha subito trapiantato a Bolzano, facendo svoltare la stagione del Sud Tirol rilanciandolo in classifica e facendolo passare da candidato più che probabile alla retrocessione a compagine fortemente indiziata di salvezza. Trentacinque punti in classifica e la Salernitana costretta ad inseguire a cinque lunghezze, divario che la costringe ad ottenere un unico risultato possibile. I Tirolesi all'Arechi sabato sbarcheranno con dalla loro l'avere due risultati su tre, consci che uscite indenni dal principe degli stadi potrebbe ad un tempo avvicinarli alla salvezza e condannare quasi certamente i granata al baratro della terza serie. Un bel vantaggio per Castori poter attendere e poi ripartire in verticale, ma a sparigliare un po' le carte potrebbe essere intervenuto il cambio tecnico dei campani, fattore che complicherà la preparazione della gara dei bolzanini e non darà certezze su come la Salernitana si presenterà in campo e giocherà.
Marino contro Castori più che Salernitana contro Sud Tirol potrebbe essere il tema primario di un match chiave, dove stavolta le panchine potrebbero incidere più di quanto statisticamente sia ritenuto possano farlo. Il neo tecnico della Salernitana dovrebbe schierare i granata in modo più offensivo e puntare su una partenza forte ed aggressiva, contrariamente a quegli avvii caratterizzati da prudenza ed accortezza tattica dell'era Breda. Marino prima ancora che scegliere un modulo e dare dei compiti precisi ai suoi calciatori, dovrà liberare la mente dei suoi uomini da ansie, insicurezze e paure, trasformando il dover fare obbligatoriamente risultato pieno in un fattore che scateni adrenalina pura. Il Sud Tirol dovrebbe partire attendistico ma pronto a ribaltare il fronte e a mordere, interprete di quel cinismo e di quella efficacia propri del suo tecnico, e magari forte di serenità e fiducia data dagli ultimi risultati positivi e dall'essere ad oggi fuori dalla zona rossa. La speranza è che la Salernitana abbia gli occhi della tigre ma anche che un terzo incomodo non condizioni la sfida divenendone un fattore.
All'andata ricordiamo tutti come si concluse la sfida e gli annessi e conseguenti strali del ds Petrachi nel post gara. Sabato a Salerno non vogliamo nemmeno pensare che l' uomo nero possa condizionare l' esito di una sfida troppo drammatica e decisiva per essere falsata. Sabato vogliamo pensare che questo "terzo" sia professionale e scrupoloso, lontano da qualsiasi condizionamento personale o, peggio, risentimento per vicende passate, e così anche chi siederà davanti ad un monitor a molti chilometri di distanza. Comunque vada che a decidere sia il campo, i calciatori e chi sarà più bravo tra Marino e Castori, grandi e attesi protagonisti del match.
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