Leonardo Capezzi, colonna del centrocampo granata, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno per parlare della stagione appena conclusa con la Salernitana con la promozione in serie A. Queste le dichiarazioni dell'ex centrocampista della Fiorentina, riprese dal FirenzeViola.it: 

Che emozione è stata questa promozione?
"Vincere è sempre bello, gratificante ed alla fine segni la storia di un club, entri in quella di una città e quindi è stata una cosa bellissima. Venivo da un periodo non semplice dove avevo perso un po' di continuità, mentre quest'anno sono riuscito a coronare questo che per noi è un successo giocando con continuità. Farlo a Salerno è qualcosa di unico, vincere qua non è come farlo da altre parti perché ci sono una passione e un amore per il calcio unici. Questo ti gratifica ancora di più, è stata una fortuna immensa... Provare il momento del Covid e vedere lo stesso come è Salerno è qualcosa di unico. Niente toglie a Crotone che è stata una promozione storica, la prima volta in A, in una piazza bellissima dove è sempre rimasta una parte del mio cuore. Anche la Salernitana erano 23 anni che non giocava la Serie A, mi reputo fortunato ad aver vissuto due eventi felici".

Gondo si era un po' perso. L'ha sorpresa il suo rendimento?
"E' sempre stato un giocatore forte e che ha lavorato. Il calcio è come la vita, a volte sali a volte scendi: o sei talmente sopra la media e riesci ad importi fin da subito sennò inciampi, cadi, ti rialzi... E' quello che è successo anche a me e lo può aver passato pure lui. E' stato bravo a riprendere il percorso ed ottenere quello che si è preso, fare la differenza in Serie B... Il suo girone di ritorno è stato eccezionale e gli vanno dati meriti perché significa che c'è sempre stato nel bene e nel male, ha continuato a lavorare ed alla fine ha raccolto ciò che aveva seminato".

Con quale bagaglio di esperienza affronta la Serie A per la terza volta?
"Il bagaglio quando passano gli anni cresce, le difficoltà ci saranno e la differenza tra la Serie A e la Serie B sono evidenti. Chi vince il campionato nella categoria cadetta poi fa fatica in A perché ci sono giocatori forti, cambiano i motori dei calciatori, devi curare più particolari, essere più forte tecnicamente... Sicuramente l'affronterò con la voglia della prima volta e quella di sempre perché il calcio è amore e passione a prescindere dalla categoria. Si fa tutto al meglio, mi godrò l'impatto di stadi importanti, di palcoscenici straordinari che poi è quello che ti porti dentro. Sono felice e contento di vivere stadi che si spera possano essere gremiti e togliersi più soddisfazioni possibili".

Pizarro la definì il suo erede. Quanto hanno pesato nella sua carriera quelle parole?
"A Firenze le sento ancora dire da amici (ride, ndr). Sono state parole che mi hanno dato un valore unico, una riconoscenza pazzesca perché in quel ruolo era un top. Sicuramente adesso posso dire che nel centrocampo posso ricoprire tutti i ruoli, posso fare anche il mediano basso, ma essere paragonato al Pek è troppo e sminuisce il suo ruolo... L'ho ringraziato di persona e lo faccio ancora oggi perché è stato un riconoscimento bellissimo, ma sono e mi reputo, per sfortuna, diverso da Pizarro perché è un campione. Mi ha fatto piacere sentirlo dire certe cose ed ancora è così".

Sezione: News / Data: Sab 22 maggio 2021 alle 13:20
Autore: Lorenzo Portanova
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