La Salernitana cambia pelle. L’arrivo di Pasquale Marino è mossa disperata per provare ad uscire dalla crisi. In soffitta il 3-5-2, ad incidere nella scelta della società la volontà di una rivoluzione tattica. Marino è stato fautore del 4-3-3, modulo con il quale ha chiuso il 2 febbraio 2024 la sua avventura sulla panchina del Bari.

La pesante sconfitta a Palermo per 3-0 scrisse la parola “fine” su un’esperienza da quattro vittorie, cinque pareggi e cinque sconfitte, con quindici gol fatti e venti subiti. La trasformazione tattica che diede ai galletti potrebbe ripetersi anche a Salerno, dall’iniziale 3-4-2-1 convertito senza fortuna in 4-3-3. Così la Salernitana si appresta a cambiare pelle, riproponendo l’idea di gioco con il quale aveva iniziato la stagione con Martusciello in panchina ma con una rosa rivoluzionata a gennaio.

Davanti a Christensen, Corazza e Ghiglione partono in vantaggio su Stojanovic come esterni mentre nel cuore del pacchetto arretrato non ci sono ballottaggi: senza l’infortunato Bronn, Ferrari e Lochoshvili sono ampiamente favoriti su Ruggeri e Guasone ma devono fare i conti con il pericolo squalifica. In mezzo al campo, Amatucci ritroverebbe il ruolo di vertice basso, mentre potrebbe riaccendersi la bagarre per le due maglie da interni da centrocampo: Zuccon e Soriano partono in vantaggio ma ora tutte le gerarchie sono da considerare in discussione.

La rosa costruita per il 3-5-2 potrebbe portare a scelte obbligate in attacco, soprattutto per il ruolo di esterni offensivi. Tongya potrebbe ritornare nel ruolo di esterno sinistro dove ha maggiormente inciso soprattutto ad inizio stagione. Per Verde il ruolo di ala destra sarebbe un ritorno al passato. Potrebbe ritrovare spazio anche Braaf, escluso per scelta tecnica da Breda. Davanti invece la corsa a due è tra Cerri e Raimondo, con Wlodarczyk e Simy che inseguono e sperano di rientrare nelle gerarchie.

Sezione: News / Data: Mer 09 aprile 2025 alle 20:30
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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