"Per noi l'appoggio dei tifosi è linfa vitale, nei momenti di difficoltà della partita ci hanno sostenuto tutti e questo è stato fondamentale". Parole e musica del tecnico della Salernitana Roberto Breda, uno che conosce le potenzialità di uno stadio che, quando vuole, sposta gli equilibri. Dopo una prima mezz'ora piuttosto fredda e con la curva che non riusciva a trascinare gli altri settori, ecco che la gente ha iniziato ad entrare in partita.

Quando l'arbitro ha decretato il rigore a favore dei granata, il boato è stato assordante. Peccato che Cerri, stavolta, abbia strozzato in gola l'urlo del gol al popolo salernitano che, nella ripresa, ha ricominciato ad accompagnare i propri beniamini con maggiore enfasi. Raimondo sblocca lo 0-0 con un tap-in da pochi passi e l'Arechi scende in campo assieme agli undici calciatori in maglia granata.

La consapevolezza diffusa è che battere una big del calibro della Cremonese significherebbe dare una svolta a una stagione sin ora negativa e che si potrà raddrizzare soltanto sfruttando al massimo il fattore campo.

Quando la Salernitana è in vantaggio di misura e mancano pochi minuti, il nostro è uno dei pochi stadi italiani che davvero può fare la differenza. Una partecipazione collettiva incredibile, con 11mila persone in piedi a spingere, cantare, applaudire, incoraggiare, fischiare l'avversario. Benzina per le gambe dei giocatori granata, una difficoltà in più per una Cremonese generosissima e che, alla vigilia, aveva aggiunto anche l'ambiente tra i fattori potenzialmente condizionanti.

Al triplice fischio un'esultanza liberatoria, con il Salerno Club 2010 scatenato in tribuna, il Mai Sola euforico nei distinti e gli ultras che cantavano "vi vogliamo così" tributando una standing ovation al portierone danese. Lacrime e brividi che solo il calcio sa regalare. Perchè in fondo "meglio la Salernitana che la coppa dei campion"

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 02 febbraio 2025 alle 23:30
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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