A Salerno ha lasciato un pezzo di cuore pur avendo giocato poche partite. Voluto fortemente da Davide Nicola, William Troost Ekong viene ricordato dal pubblico di fede granata per quel gol spettacolare al 96' che ha regalato alla Salernitana una vittoria in rimonta contro l'Udinese. La sua ex squadra. E, in qualità di doppio ex, è stato intervistato dalla redazione di TuttoSalernitana in esclusiva per parlare di presente e di futuro:

L'anno scorso la Salernitana ha fatto bene, soprattutto nel girone di ritorno. In questo campionato, con la stessa ossatura, è un disastro. Se lo aspettava?

"Ho seguito la Salernitana, ho Salerno nel cuore. E' difficile prevedere come possa andare un campionato, ogni stagione è diversa. Ci sono stati tanti cambiamenti, qualche calciatore importante è andato via".
 

Condivide l'atteggiamento di Dia?
"Ha fatto una grande stagione e posso capire la sua volontà. E' un giocatore forte, un lavoratore. Non so nello specifico cosa sia successo, ma quando arriva una offerta è difficile resistere. Quando un atleta ha la testa da un'altra parte, è giusto lasciarlo andare. E, secondo me, aveva già un accordo verbale con la società. Era impossibile pensare di riprendere il cammino come nulla fosse successo".

Lei ha conosciuto Paulo Sousa, artefice del miracolo sportivo dello scorso anno. La vicenda Napoli e le critiche al mercato possono aver destabilizzato lo spogliatoio?

"Per me non è stato facile perchè non avevo la sua fiducia, ma non sarei onesto se non ammettessi che è stato un allenatore top che ha fatto un grandissimo lavoro. Ero certo rimanesse a Salerno per tanti anni. Il suo addio mi ha colto di sorpresa, forse aveva perso lo spogliatoio. E' un tecnico di spessore ma con personalità forte. E, quando non vinci, è un carattere che rischia di cozzare con le esigenze di un gruppo".

Difesa colabrodo, con media di due gol presi a partita...

"E' difficile spiegarlo. Secondo me la continuità fa la differenza. Se cambi sempre interpreti e sistema di gioco diventa difficile trovare un equilibrio. I singoli? Lovato e Pirola sono una promessa per il futuro del calcio italiano. Ho giocato poco perchè godevano della fiducia del club e del mister. Tuttavia, soprattutto se ritieni che i tuoi giovani siano bravi, è obbligatorio ripartire dai Gyomber e dai Fazio che fanno la differenza con la loro esperienza"

Chi non ha voluto la sua riconferma? I tifosi si sono arrabbiati, lei è stato super protagonista in coppa d'Africa e da qui è stato mandato via...

"Salerno è speciale. Non tutto è andato come volevo, anche a causa di qualche infortunio. Tuttavia è una piazza che ti rimane dentro anche se resti appena sei mesi. Peccato, ho fatto di tutto per restare e per dimostrare il mio valore. Avevo un bel rapporto con la tifoseria, potevo dare una mano. E' stata una questione economica, evidentemente. Per comprarmi occorreva un investimento di 2,8 milioni di euro, vista la volontà di giocare a Salerno la spesa si era abbassata ad un milione. Evidentemente hanno fatto scelte diverse, non nego che mi avrebbe fatto piacere restare in Italia e ho parlato con altre società. Pur con tanto dispiacere per l'addio a Salerno".

Spesso si dice che il pubblico sia il dodicesimo uomo in campo. Come si giustifica l'atteggiamento blando di un gruppo che può contare su 4000 persone per un allenamento, 20000 per le gare in casa e 3000 in trasferta?

"Inspiegabile. Quando giochi in una piazza con tale passione devi scendere in campo col sangue agli occhi. Se indossi la maglia granata, percepisci ogni giorno l'amore della gente e questo deve essere necessariamente un aiuto e una spinta per dare il 110%.Non so cosa sia cambiato rispetto all'anno scorso. Non è facile avere la pressione di un pubblico che vuole vincere".

Si aspettava una Salernitana ultima?

"Assolutamente no. Ero certo che la permanenza di Sousa e tante riconferme sarebbe arrivata una salvezza tranquilla, una metà classifica. Ora è difficile, davvero. Però credo che pensare già alla prossima stagione sarebbe un errore. Bisogna spingere fino alla fine, ricordando la salvezza del 2022. Ne mancano 12, tutto è possibile e credo che ci siano giocatori come Dia, Candreva, Fazio e Boateng che possano prendere per mano la squadra. Devo dire che mi piace molto Liverani".
 

Però il mister è già in discussione...
"Non è facile, però. Il calcio richiede tempo, il problema è che lì tempo non ce n'è. Spero che con l'Udinese si possa vedere il tratto caratteristico del suo gioco".

Sente qualcuno dei suoi ex compagni?

"Prima con maggior frequenza, dopo la coppa d'Africa mi hanno scritto in tanti. Sento Dia, Bradaric, Sambia. Sanno che il momento è difficile, non entriamo nello specifico. Li esorto a dare di più senza pensare sia già finita".

Tornerebbe a Salerno?

"Qui al Paok sono contento, volevo giocare competizioni europee. Però se chiama Salerno, la porta è aperta. Nel calcio mai dire mai".

Il gol sotto la Sud con l'Udinese che emozioni regala?

"E' stato uno dei momenti più belli della mia carriera, peccato solo che sia arrivato contro l'Udinese. Vincemmo al 96', tornavo in campo dopo alcune esclusioni dettate anche da problemi fisici. Sousa mi diede fiducia e ho fatto gol a tempo quasi scaduto".

E ora la sfida tra le sue ex squadre...

"Anche per l'Udinese è stato un anno difficile. E' cambiato tanto rispetto a quando c'ero io. Sono certo che si salveranno, disputano la A da 36 anni e hanno sempre raggiunto l'obiettivo. Ci riusciranno senza problemi".
 

Sabatini parla di salvezza al 3%. Qual è la sua percentuale?

"Difficile. 25%. Dobbiamo spingere questi ragazzi, facendo capire che è tutto possibile".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 27 febbraio 2024 alle 22:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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