L'ex centrocampista della Salernitana Joseph Minala è intervenuto a 'TuttoSalernitana', trasmissione in onda su SeiTv: "Ci sono difficoltà ma la classifica è molto corta e c'è tempo e possibilità di recuperare. C'è una bella partita domenica tra due squadre che conosco e con due tifoserie a cui tengo molto. Ho passato bei momenti, sarà un grande spettacolo e che vinca il migliore. La Salernitana ha tutte le carte in regola per poter dire la sua. C'è tempo per poter raddrizzare tutto da qui alle festività, per poi vedere cosa fare. La Salernitana deve giocare per le prime posizioni".

Si fa dura se gli attaccanti non segnano.
"È un momento no. La Salernitana ha iniziato il campionato con molte aspettative ma ora non sta girando. Il mister è la prima volta che fa il primo allenatore ma viene da una scuola buona, con una buona gavetta dietro mister Sarri. Non è un novizio quindi. I secondi allenatori non si vedono molto ma sono quelli che lavorano tantissimo durante la settimana, da quel punto di vista credo che sia preparato. Molti sono passati dal fare i vice a diventare primi allenatori e hanno fatto il loro percorso. La Salernitana ha un allenatore preparato, che conosce bene il campionato e i giocatori. Ci piange il cuore vedere dove sta ora in classifica ma la cosa buona è che la classifica non è lunga, c'è modo di recuperare. Ovviamente non bisogna far passare troppe settimane. Non possono parlare di singoli reparti ma c'è un organico di tutto rispetto. Ha giocatori con tanti campionati di A e B alle spalle, che molte squadre si sognano".

Qualche aneddoto sul derby di Avellino vinto con un tuo gol al 96'?
"Saluto tutti gli avellinesi innanzitutto. È stata una giornata speciale. Mi ricordo che i tifosi sono venuti alla partenza per darci la giusta spinta. Ci hanno ricordato che erano tantissimi anni che non si vinceva lì. Schiavi mi parlò già nel pullman Sul calcio d'angolo da cui è nato il gol, io non doveva andare a saltare, Schiavi però mi disse di non preoccuparmi perchè la partita era quasi finita e dovevamo mettercela tutta. Poi al ritorno sul pullman mi disse 'te l'avevo detto che oggi facevi gol'. Il minuto? Me lo ricordo per forza e sarà sempre con me perchè anche l'annno della mia nascita, il 96".

Sul playout col Venezia quando arrivò la sua espulsione?
"La partita quasi non la stavo più vedendo dopo il mio sbaglio. Alla fine meno male che non ci è costata la retrocessione e poi dopo la Salernitana è arrivata anche in A. Sono grato ai miei compagni. Non ce la facevano nemmeno ad alzarmi e mi hanno sostenuto tutti. Ho apprezzato molto questa cosa, era molto giù e il mio pensiero era soltanto per la Salernitana che doveva rimanere in Serie B. È stata una giornata con tante emozioni contrastanti".

La squadra attuale ha poco equilibrio con la difesa che soffre in contropiede, dove sta l'errore?
"È un lavoro di squadra. I risultati non aiutano e c'è paura. È un momento così, come quando si inizia a vincere con continuità. La Salernitana sulla carta ha davvero un organico importante, forse solo il Sassuolo ce l'ha superiore. È un problema collettivo di squadra, mi auguro che le cose possano iniziare a girare. Serve una vittoria, magari può arrivare già domenica. Così può cambiare qualcosa nella testa dei giocatori. Ci sono calciatori di categoria, che hanno anche vinto la B. Speriamo che questo momento possa passare al più presto".

Come mai non hai avuto una chance alla Lazio?
"È la storia della mia vita. Ho sempre fatto bene dove sono andato. Mi hanno sempre ceduto senza un diritto di riscatto, come facevano per esempio alla Roma col Sassuolo così da avere un interesse a farli giocare per il futuro. È una domanda che mi sono sempre fatto, ho sempre fatto vedere che potevo stare in un gruppo. L'unica risposta che posso dare è sulla questione dell'età. Ho però dimostrato che non avevo niente da nascondere, sono quello che sono. Hanno fatto anche delle indagini e ho avuto ragione, sia in Italia che nel mio paese. Mi sono saltate delle operazioni con alcune squadre sempre per la questione dell'età, dimenticandosi ciò che facevo in campo. Per avere un voto positivo in pagella dovevo fare più degli altri. Ho avuto tante porte chiuse per quel motivo. Poi arrivano gli insulti sui social, senza sapere che dietro c'è una persona che ha un'anima".

Sull'esperienza a Malta.
"Siamo in lotta per l'Europa. Non c'è paragone col calcio italiano, è molto diverso. È ambizioso ma ha bisogno di farsi conoscere. Fa capire che non devi essere messo nel dimenticatoio e hai sempre possibilità di dimostrare che ci sei. Io vado avanti per la mia strada, sperando di avere una nuova opportunità, magari anche in Italia".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 08 novembre 2024 alle 23:14
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print