La settimana scorsa la squadra è andata in ritiro per trovare dentro di sé le energie giuste per uscire dalla crisi. Ma è proprio dall’interno che nascono i problemi della Salernitana. E (purtroppo) non è una novità. La stagione in corso sembra una replica di quella passata. Le divisioni tra le varie componenti (rese in alcuni casi pubbliche dalle dichiarazioni dei protagonisti, vedi Milan e Petrachi) non fanno altro che penalizzare il rendimento della squadra e concedono anche alibi ai giocatori.

Tra invasioni di campo, delegittimazioni più o meno evidenti, intromissioni di personaggi estranei ma vicini e contraddizioni nelle scelte il cavalluccio continua a navigare in acque agitate. Dopo la sciagurata ultima stagione, conclusa con una retrocessione umiliante dalla serie A pur avendo un organico non da ultimo posto in classifica, si è persa la grande occasione di resettare tutto e di ripartire dalla serie B.

Che non vuol dire puntare subito alla promozione, come invece maldestramente la proprietà ha fatto intendere dopo la vittoria di Palermo, l’unica nelle ultime undici partite di campionato prima del 4-1 su una Carrarese davvero modesta. Si poteva e doveva mettere un punto e scrivere una storia diversa quest’anno. Al netto anche della sostenibilità economica perseguita come primo obiettivo in estate dalla società. Perché, nonostante un mercato votato esclusivamente al recupero di quanti più soldi possibili, è stato allestito un organico in grado di dire la sua in questo campionato.

Ma questi sono discorsi tecnici che vengono purtroppo condizionati da tutti gli altri aspetti che contraddistinguono la gestione manageriale della Salernitana. Altro che nuovo modo di fare calcio. Questa società (che resta sempre e comunque in vendita) si caratterizza, anche quest’anno, per una serie evidente di errori. Si dovrebbe dare piena fiducia a Gianluca Petrachi, uomo di calcio di lungo corso che ha operato per il bene della Salernitana mettendo i conti a posto tramite il mercato estivo.

Ed invece è stato messo in discussione dalle parole dell’amministratore delegato Maurizio Milan che ha parlato evidentemente per volere del proprietario Danilo Iervolino. Ci risiamo, come in passato con De Sanctis e Sabatini. E’ sempre la stessa canzone stonata. E chi racconta di dichiarazioni mal interpretate e di un rapporto idilliaco tra le parti, ha evidentemente voglia di salvaguardare il proprio o l'altrui orticello. Perchè ad ora il ds resta in discussione e non ha ancora avuto un confronto con la proprietà utile a capire come ci si dovrà muovere a gennaio e con quale budget.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 03 dicembre 2024 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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