Quando la Salernitana, per le note vicende societarie, si era vista costretta a passare da Sottil a Martusciello per la panchina, in diversi avevano reagito manifestando preoccupazione e leggendo l' avvicendamento come un segnale di ridimensionamento significativo dei programmi stagionali. Ebbene, dopo un intero ritiro precampionato e soprattutto dopo le prime due vittoriose uscite ufficiali, il tecnico di origini ischitane, in silenzio e con tanto lavoro e tanta abnegazione, sarebbe riuscito a farsi apprezzare e a guadagnarsi una certa stima e fiducia nell'ambiente salernitano. In primis a lui, e al ds Petrachi naturalmente, va ascritto il merito di aver ben lavorato sulle gambe e soprattutto sulla testa dei suoi giocatori, creando quello spirito di gruppo che non può non essere alla base di qualsiasi conquista sportiva. Da un punto di vista più squisitamente tattico, invece, mister Martusciello ha dimostrato grande capacità di adattamento alla complessa situazione della Bersagliera in questa delicata fase storica, duttilità, doti gestionali della rosa e buone letture delle gare per poter incidere a partita in corso sul loro andamento ed esito finale. Un solo vero dogma rappresentato dallo schierare sempre una linea difensiva a quattro elementi, non fa certo dell'ex allenatore dell'Empoli un integralista che tende ad adattare i calciatori a disposizione al modulo tattico adottato.

Viceversa Martusciello è notoriamente solito adattare il modulo e l' atteggiamento tattico agli atleti effettivamente presenti in rosa e alle loro peculiari caratteristiche, in nome di un sano pragmatismo che ben si sposa con la serie cadetta e le sue intrinseche caratterizzazioni. Il modulo di riferimento del manager ischitano è il 4-2-3-1 che ha negli esterni offensivi i giocatori chiave per la buona riuscita dei temi tattici e per fare girare a dovere gli ingranaggi. La situazione di emergenza numerica e in particolare la penuria di attaccanti esterni schierabili, ha, però, stimolato il trainer granata ad optare due volte consecutive per un diverso modulo di partenza, quel 4-3-3 che, grazie al centrocampista in più, conferisce maggiore solidità ad una squadra reduce da problemi difensivi e caterve di reti incassate negli ultimi campionati disputati.Anche con questo ultimo modulo, che esalta il centromediano davanti alla difesa e le due mezzali di corsa e di proposizione offensiva negli spazi, la guida tecnica campana avrebbe dimostrato di ben destreggiarsi, cercando di offrire in ambedue i casi un calcio offensivo fatto di circolazione veloce della sfera, mirante a sfruttare le corsie laterali e a cercare verticalizzazione e profondità sulla punta centrale.

La Salernitana non cerca certo ad oltranza la costruzione dal basso o il possesso palla esasperato in attesa di leggere varchi nelle file difensive rivali, ma punta a non rendere eccessivamente complicato un gioco che difficile non è, in nome di un pragmatismo calcistico che certo non significa difensivismo né ritmi compassati e andamenti noiosi delle gare per speculare su un risultato favorevole. Sia con lo Spezia che con il Cittadella tanto le letture tattiche quanto i cambi effettivamente operati da Martusciello hanno inciso positivamente sull'andamento delle gare, migliorato la Salernitana e fruttato risultati positivi, vero toccasana per un ambiente tristemente avvezzo a chinare il capo dinanzi ad avversari che avevano fatto si che l'Arechi divenisse terra di conquista. Il vento sembrerebbe cambiato e si attendono conferme a riguardo dalle due sfide ravvicinate di Bolzano con il Sud Tirol e di Salerno con la Sampdoria, match per affrontare i quali il trainer del cavalluccio marino potrà disporre di più uomini e, quindi, di più soluzioni.

Sezione: News / Data: Mer 21 agosto 2024 alle 23:31
Autore: Raffaella Sergio
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