Torna a parlare di Salernitana Claudio Lotito. Lo fa nell'ambito del Gran Galà del calcio italiano, kermesse di prestigio che ieri ha vissuto la serata finale in quel di Latina in una sala gremita di calciatori, dirigenti, presidenti, allenatori, addetti ai lavori e autorità del mondo sportivo e giornalistico. Le dichiarazioni dell'ex patron hanno diviso i supporters di fede granata: da un lato chi continua a contestare la doppia proprietà, dall'altro chi invece ringrazia Lotito e Mezzaroma per un percorso sportivo di altissimo livello e senza precedenti a Salerno.

"Non voglio entrare nelle proprietà altrui, ma i numeri parlano chiaro. Quella società aveva un valore commerciale superiore rispetto a quanto è stato pagato. È stata venduta il 31 dicembre, a un prezzo che considero ridicolo e la proprietà era all'estero. La Salernitana aveva 26 milioni di liquidità sui conti, aveva un affidamento bancario di 50 milioni non utilizzato, aveva 37 milioni di patrimonio giocatori, aveva tutto il valore delle infrastrutture ed era stata fatta una stima da 80 a 100 milioni, poi è stata venduta a 10 milioni. Fate voi le vostre considerazioni".

Parole forti una rivendicazione totale del diritto di proseguire la propria esperienza al timone dei granata dopo aver rilevato il club in Eccellenza portandolo in A in meno di dieci anni, con due coppe in bacheca, un bilancio in attivo, il marchio sulle maglie, un centro sportivo rinnovato e il manto erboso dell'Arechi di ultima generazione. Come ricorderete, dopo il salto in A la società ebbe un lasso di tempo limitato per cedere, una "imposizione" che chiaramente fece il gioco di eventuali compratori che potevano offrire al ribasso giocando sulla necessità di evitare l'estromissione da tutti i campionati professionistici.

Ne seguirono una serie di botta e risposta a distanza con il presidente della FIGC Gravina, perentorio sui termini sanciti dal regolamento pur propenso a concedere sei mesi di proroga previa creazione di un blind trust. A distanza di tre anni, quella Salernitana è passata dalla A al terzultimo posto in B, da 25mila spettatori a un Arechi mezzo vuoto e da Ribery - preso da Fabiani in condizioni societarie precarie - al "cedere prima di acquistare". Che a Salerno qualcuno si sia reso conto che le contestazioni alla "triade romana" furono eccessive?

Senza nulla togliere a Iervolino (nel primo biennio protagonista di un capolavoro calcistico prima del ridimensionamento), in tanti si schierarono comunque al fianco di Marco Mezzaroma ritenendo fosse eccessivo impedire a un imprenditore facoltoso e vincente di restare nel mondo del calcio per una parentela nemmeno di primo grado con il presidente della Lazio. "E' un esproprio, mi costringono a cedere un bene di mia proprietà" disse più volte in quella calda estate del 2021.

Sezione: News / Data: Mar 19 novembre 2024 alle 16:30 / Fonte: Luca Esposito per TMW
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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