Con l'approdo in B della Salernitana, giunge anche la fantastica notizia che il diritto sull'utilizzo di colori, marchio e denominazione rimarrà alla società di Lotito e Mezzaroma a titolo definitivo. Infatti, l'accordo con la Energy Power dell'ex presidente Antonio Lombardi sta giungendo alla felice conclusione dell'acquisto definitivo, come annunciò Claudio Lotito sin dall'inizio. Si tratta di una notizia fantastica per la storia dei granata.

Ma da quando la Salernitana ha adottato il cavalluccio marino e il colore granata? Qual è la storia di questi simboli? Se il colore granata giunse in un primo momento dal 1927 al 1929 e infine dal secondo dopoguerra in avanti, il primo ippocampo in assoluto nacque nel 1949 dal pittore e professore salernitano Gabriele D'Alma, il quale disegnò la prima versione.

Negli anni il logo è cambiato, le figurine della Panini inoltre tendevano in alcune annate ad attribuire alla squadra salernitana altri simboli: come San Matteo o la Bussola Amalfitana. Questo avveniva poiché a quei tempi non c'era un utilizzo costante e preciso del simbolo. In molte stagioni non è nemmeno apparso sulle maglie di gioco, anzi: dal 1949 fino a tutti gli anni ottanta è molto raro vedere l'ippocampo sulle magliette granata.

Se quindi il simbolo della Salernitana, a parte qualche incomprensione con le figurine Panini di alcune stagioni, è nato nel 1949, è soltanto a partire dal 1986 che diventa un marchio veramente importante per la società calcistica. Nel 1986 infatti si decide di commercializzare il brand della Salernitana, sia per ottenere un facile riconoscimento dal pubblico, sia allo scopo di ricavarne utili vendendo prodotti ufficiali con il simbolo dell'ippocampo.

Per fare ciò, si commissiona un nuovo ippocampo al grafico Jack Lever: costui, a Dallas, creerà il famoso cavalluccio marino con la torre, le onde ed il piccolo sole in alto a destra che ricorda il Follaro, moneta in vigore ai tempi della zecca di Salerno. E' stato il cavalluccio di Jack Levers ad accompagnare la squadra granata alle vittorie e ai successi ottenuti negli anni novanta: quel simbolo, anch'esso ancora parte del pacchetto riguardante i beni immateriali che Lotito e Mezzaroma acquisteranno definitivamente, è stato utilizzato anche in Serie A, nel 1998-99.

In seguito, la torre è stata poi sostituita dallo scudo attuale e le onde marine dalla scritta dell'anno di fondazione "1919": l'operazione andò in porto una volta che la squadra abbandonò la massima serie, nel 1999-2000. Poi si ebbe il fallimento nel 2005, e per qualche mese il mitico simbolo sprofondò in Terza Categoria con la Salernitana Sport di Aliberti.

Nel frattempo era sorta la Salernitana Calcio 1919 di Antonio Lombardi, che nacque nel 2005 e inizialmente adoperò come simbolo un pallone. Cosa avvenne in seguito? La precedente Salernitana fallì definitivamente a campionato di Terza Categoria avviato, sicché dopo alcune aste fallimentari del club andate deserte, il patron Lombardi si decise ad acquistare i beni immateriali della precedente società, operazione effettuata nel 2009. L'acquisto dei diritti sul brand della squadra granata fu fatto tramite un altro ente: la Energy Power, sempre di Lombardi.

Poi, con la nuova rinascita del 2011, il maggiore sodalizio salernitano divenne il Salerno Calcio. Con tale appellativo giocò l'intero vittorioso campionato di Serie D. Per alcuni tifosi quel club non aveva niente a che vedere con la Salernitana (proprio perché i simboli erano del tutto diversi: non c'era il nome, c'era lo stemma del Comune invece del cavalluccio, ed il blaugrana invece del granata), ma Lotito e Mezzaroma non erano affatto d'accordo. Infatti, nella stagione successiva concretizzarono l'accordo con la Energy Power, riportando ogni cosa al proprio posto, e tra pochi giorni i diritti sul brand passeranno all'attuale Salernitana in modo definitivo.

Sezione: L'Approfondimento / Data: Mer 13 maggio 2015 alle 13:00
Autore: Matteo Di Palma
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