La chiarezza è una delle cose mancate nella scorsa stagione, sin dall'estate e dal ritiro estivo di Rivisondoli. Cosa che invece sta provando a fare il nuovo direttore sportivo Gianluca Petrachi. Nessun volo pindarico, nessun passo più lungo della gamba ma concretezza e realtà. Nessuno chiede di vincere il campionato immediatamente (anche se la piazza lo meriterebbe) ma di essere chiari sul progetto e sulle ambizioni. Sin dall'inizio è stato ribadito che questo nuovo progetto partito da zero dovrà portare i granata in Serie A nel giro di tre anni.

D'altronde non puoi di certo costruire una squadra che possa vincere da subito se dalla società arrivano indicazioni diverse, se l'obiettivo è ripianare i debiti e risanare le casse societarie, se devi prendere giocatori giovani, inesperti e dalle categorie inferiori o reduci da infortuni e lunghi periodi di inattività. Le favorite sulla carta quindi sono altre, il Palermo, la Cremonese, il Sassuolo, la Sampdoria. La Salernitana deve recitare il ruolo della rompiscatole di turno, una squadra "garibaldina" per dirla alla Petrachi.

Mantenere quindi innanzitutto la categoria senza rischiare ed evitando eccessive ansie. L'inizio è stato incoraggiante da questo punto di vista, la Salernitana è viva, nulla a che fare con quella dello scorso anno, lotta, combatte e rispecchia la tifoseria, che non molla mai, suda, corre e rispetta la maglia. Poi c'è la questione tecnica, la difesa deve ancora essere registrata, a centrocampo gli uomini sono al momento contati e manca ancora di equilibrio. Martusciello è al lavoro per correggere gli errori, per cancellare le lacune e provare quindi a inserirsi stabilmente nelle zone nobili della classifica. Perchè è vero che in serie A devono andarci altre squadre ma la Salernitana vuole in ogni caso essere protagonista. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 09 settembre 2024 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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