Sabato 11 aprile va in scena allo stadio Arechi l’incontro tra Salernitana e Lupa Roma, valevole per la trentaquattresima giornata del campionato di lega pro girone C. In palio ci sono punti pesanti, che permetterebbero alla squadra granata di mettere un altro tassello importante per la promozione diretta in serie B. A poche ore dall’inizio si registrano code ai botteghini per acquistare il biglietto e far sentire per l’ennesima volta in stagione, la vicinanza ed il sostegno alla squadra, che ora più che mai ha bisogno del dodicesimo uomo in campo.
Già dalle ore 14,30 si iniziano a registrare rallentamenti ai tornelli, e ci sono diversi tifosi in coda che iniziano ad intonare cori, con la speranza che sia una grande giornata. Alle 15,20 i ragazzi di Menichini scendono in campo per il riscaldamento, e vengono accolti dal calore e dal colore dello stadio; applausi, cori ed incitamento per tutti, in particolar modo per Cristea passato da oggetto misterioso a uomo copertina soprattutto dopo il goal siglato in extremis al Ceravolo di Catanzaro. Ore 16 e le squadre fanno il loro ingresso sul terreno di gioco, e la curva inizia ad alzare i decibel della voce. Il primo coro è per il compianto Siberiano, seguito da uno striscione in sua memoria e da applausi scroscianti. Passano i minuti, la tensione sale e c’è ansia di sbloccare il risultato. Emozionante è la sciarpata invocata dal capo ultrà sulle note di “Bella ciao”, che coinvolge l’intero settore. Dopo quindici minuti di gioco esplode l’Arechi, che assiste alla conclusione perfetta di Favasuli che sblocca il risultato. Abbracci tra tutti, conoscenti e non, per festeggiare quel goal liberatorio, che può caratterizzare in modo positivo il pomeriggio granata.
La Salernitana disputa una grande prima frazione di gioco trascinata da 11 mila cuori granata e, dopo aver sfiorato in diverse circostanze il raddoppio, riesce a concretizzare con il suo cannoniere principe Caetano Calil, che non segnava dalla super sfida disputata sempre tra le mura amiche contro il Benevento. Le squadre vanno a riposo sul 2 a 0, e sugli spalti c’è chi ne approfitta per dissetarsi, chi commenta i primi 45 minuti e chi si proietta in previsioni riguardanti l’antagonista della Salernitana, che di lì a poco affronterà i “fratelli reggini”.
Al rientro in campo la squadra viene accolta ed incitata dall’urlo “Salerno”. Trascorrono pochi minuti e Gabionetta sigla il terzo goal. A questo punto, la maggioranza delle persone invoca l’ingresso di Cristea. Sugli spalti si continua a sostenere ed a fare festa, intonando anche il famoso coro stile argentino “jamm a vrè”. Mancano 10 minuti al termine quando l’arbitro concede un sacrosanto rigore per fallo su Gabionetta. Il tempo di discutere su chi deve calciare il rigore tra Calil, Cristea e Gabionetta, che il brasiliano smentisce tutti chiedendo al connazionale compagno di squadra di poter calciare. Gabionetta tira, spiazza il portiere ed è 4 a 0. Lo stadio s’infiamma ancora di più, e viene intonato il coro “Che bello è”seguito dalla seconda sciarpata di giornata.
Partita che volge al termine, c’è giusto il tempo per la Lupa Roma di segnare il goal della bandiera al novantunesimo con Del Sorbo su calcio di rigore. Dopo il triplice fischio la squadra corre verso la sud per raccogliere “l’abbraccio” dei propri sostenitori. Assistere al match della propria squadra del cuore dalla curva sud, per riprendere le parole del coro “Semplice”, suscita sempre gioie immense e forti emozioni. Solo chi fa parte di quella grande famiglia, capisce cosa vuol dire tifare ed amare “quei colori magici che ti fan venire i B…rividi”.
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