"Il passato non conta”. Lo ha ricordato spesso Roberto Breda, sin dall’alba della sua seconda esperienza da allenatore della Salernitana. I ricordi da calciatore e soprattutto da bandiera qual è stata per la squadra granata li ha riposti in un cassetto. Nessun condizionamento nei giudizi, solo parola al campo. La smania di rituffarsi dentro per ritornare a sorridere e godersi quanto bello è stato vivere in simbiosi con la Bersagliera si fa sempre più forte.

La Juve Stabia, oggi avversaria di un derby che si preannuncia infuocato (fischio d’inizio ore 19:30) ne rievoca due: era il 15 maggio 1994 quando al Menti siglò il gol nell’uno a uno finale con le vespe, avversarie poi il 22 giugno 1994 in quello spareggio promozione al San Paolo che resta un tatuaggio sul cuore per il gol del 3-0 in diagonale e la promozione in serie B.

Erano gli anni d’oro, quelli del “tranquillo siamo qui noi” ad accompagnare l’allora mediano trevigiano nella sua scalata verso la consacrazione nel mondo del calcio. Ora, da allenatore, Breda di appigli sicuri ne ha pochi, di tranquillità ancor meno. La mano tesa è stata quella del direttore sportivo Marco Valentini che ha fatto da parafulmine in settimana, alzando lo scudo e proteggendolo dal fuoco incrociato esploso dopo il ko con il Palermo.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 05 aprile 2025 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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