Il ds Gianluca Petrachi, durante alcuni passaggi della lunga conferenza stampa giunta a chiusura della sessione estiva del calciomercato, ha velatamente inviato un messaggio al tecnico granata Martusciello, con il quale sussiste un rapporto schietto e di piena sintonia, Dal direttore sportivo campano è giunto un auspicio riguardante la possibilità che il trainer ischitano non si comporti da integralista e studi qualche variante tattica all'assetto base della sua squadra. Un invito e una speranza che ben fonda le sue radici nell'indubbio sforzo compiuto sul mercato dal manager salentino per consegnargli una rosa ben assortita, piuttosto ampia e variegata, ed allestita seguendo le sue indicazioni e linee guida. I calciatori acquistati dal ds rispecchiano profili che, dalla cintola in sù, soddisferebbero quanto richiesto da Martusciello, con il minimo comune denominatore rappresentato da una certa duttilità di base atta a consentirne impieghi in ruoli diversi e con compiti tattici differenti, anche in ottica degli avversari che si andranno ad affrontare.
Le caratteristiche che l'ex vice di Maurizio Sarri alla Lazio vorrebbe presenti nei suoi mediani sono l'essere in possesso di un buon tasso tecnico e, pertanto, dei classici piedi buoni per impostare la manovra, fare un proficuo e qualitativo giro palla, fornire l'assist illuminante e inserirsi laddove possibile in zona goal per finalizzare in prima persona l'azione corale. Di qui l'abbondare di mezzali offensive, esterni di attacco ex centrocampisti laterali, mezze punte e trequartisti puri pronti ad agire alle spalle dell' attaccante boa. Di qui anche la carenza in rosa del "medianone" puro specialista in interdizione, in coerenza della rinuncia ad atleti come Mamadou Coulibaly e Legowski non reputati funzionali al tipo di calcio che la Salernitana intenderebbe declinare sul terreno di gioco. Le ultime operazioni di mercato condotte da Petrachi non a caso si sono focalizzate ancora sulla trequarti, con l' acquisto di Hrustic dal Verona, e in attacco, con l'arrivo di Wlodarczyk e soprattutto di Ernesto Torregrossa.
Lo sbarco a Salerno del bomber ex Brescia in serie A , proveniente proprio dal Pisa prossimo avversario atteso all' Arechi dopo la sosta, potrebbe essere il vero stimolo del messaggio del direttore sportivo al suo allenatore, laddove, in nome di un non integralismo tattico, auspicava che venissero, quando possibile, impiegati contemporaneamente nell'undici iniziale due attaccanti puri e di peso. Torregrossa potrebbe, infatti, benissimo essere impiegato alle spalle di Simy (come avvenuto per pochi minuti a Mantova) o del polacco Wlodarczyk, per via delle doti tecniche e della visione del campo che gli consentirebbero di svariare sul fronte offensivo, partire palla al piede da lontano, servire assist smarcanti e duettare nello stretto con il compagno di reparto o con centrocampisti in inserimento. Il trentaduenne attaccante nisseno può giostrare, infatti, con buoni risultati sia da seconda punta larga, sia da trequartista con licenza di vedere la porta, sia, infine, da centravanti e unico vero terminale offensivo (e non casualmente anche l'inseguito Joao Pedro possedeva grosso modo analoghe caratteristiche tecnico-tattiche).
Grazie alla duttilità di questo potenziale uomo chiave granata Martusciello potrà disporre, già contro i nerazzurri pisani e poi in seguito, di più soluzioni e potrà optare sia per i suoi prediletti 4-2-3-1 e 4-3-3 sia anche per gli alternativi 4-3-1-2, 4-3-2-1 e, in ultima analisi, pure un più equilibrato 4-4-2 classico. Unico vero dogma del mister del cavalluccio marino risiederebbe nell'adottare sempre una linea difensiva a quattro elementi, ragion per cui Petrachi sarebbe andato su profili esperti e di valore sulle corsie esterne difensive come Jarosinski, Stojanovic e Ghiglione, bravi più come terzini a quattro che da quinti e in grado di spingere a turno per accompagnare l'azione di attacco della Salernitana. Martusciello è, infatti, tecnico votato al gioco offensivo, amante del bel calcio e dell'imprevedibilità dettata dalla giocata di qualità negli ultimi metri, mai da ingabbiare troppo in rigidi e predeterminati schemi, nonché del pressing alto e del recupero palla tramite la riaggressione.
Per l'ex tecnico empolese il "medianone" è quasi un giocatore regalato agli avversari che poco può dare alla squadra in fase di possesso, così come anche i difensori devono sapere avviare l'azione e ben districarsi palla al piede, caratteristica non a caso propria del leader della retroguardia Ferrari e, a detta di Petrachi, anche di Velthuis e di Njoh. Si attende, pertanto, che la palla riprenda a rotolare, dopo la sosta del torneo cadetto, per ammirare la prima vera Salernitana dove Martusciello avrà messo allenamenti nella testa e nelle gambe dei suoi uomini e dove egli potrà, e dovrà, operare scelte in tutti i reparti.
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