Scintille erano previste e scintille vi sono state, con momenti di vera e propria tensione a scandire la conferenza stampa che la Salernitana, dopo settimane e settimane di silenzio, ha indetto per fare chiarezza su passato, presente e soprattutto futuro. Il tempo trascorso non ha portato in dote molti cambiamenti perché come nell' ultimo confronto a distanza dicembrino tra il patron Iervolino e la stampa locale anche stavolta ci sono toni alti tra il presidente e i giornalisti locali. Iervolino è tornato a usare parole forti come minacce e intimidazioni dalla piazza e strumentalizzazioni messe su ad arte dai media locali. Parole difficilmente accettabili e digeribili per chi fa informazione per professione e con anni di servizio alle spalle e si sente attaccato da una proprietà che non perde occasione per puntare il dito contro gli operatori locali dell'informazione.
Nessuno sforzo per distendere i toni, ammettere e tentare di spiegare gli errori commessi e per ripartire con una comunicazione più trasparente al fine di veicolare il giusto messaggio alla tifoseria. Una differenza importante però al momento c'è e starebbe nella presenza di Petrachi, direttore sportivo di lungo corso e una garanzia per competenza e professionalità. L' uomo mercato salentino è stato il protagonista positivo della conferenza stampa odierna e si è candidato a primattore del futuro granata, assumendo il carico e la responsabilità per la ricostruzione della Salernitana ed esprimendo con carattere e naturalezza concetti netti e inequivocabili, già indirizzo chiaro per anticipare le mosse che verranno. Petrachi, in questo momento in cui si cerca, avanzando a spanne, un faro nell' oscurità, si propone di esserlo prendendo posizione in merito alla voglia di resettare tutto, non confermando calciatori coinvolti nella retrocessione salvo ricevere segnali forti che possano indurlo a cambiare idea e rivolgendosi a giovani o comunque a calciatori motivati per puntare alla serie A in due o tre anni.
Il direttore sportivo ha effettuato, però, anche due passaggi chiave che testimoniano quanto sia uomo di calcio e quanto sia realista e non certo uno yesman della proprietà: servono anche calciatori più esperti e soprattutto non si può pensare di cedere soltanto e poi in ultimo provare a comprare per una motivazione logica legata alla trasmissione di messaggi di debolezza tali da indurre gli acquirenti a speculare e da fare accasare altrove elementi utili, rischiando di incassare molti rifiuti.
Chiaro messaggio ai naviganti: qualche sacrificio economico, leggasi qualche anticipazione, va fatta eccome per prendere qualche giocatore forte e già pronto, strapparlo alla concorrenza e utilizzare il tesseramento come sprone per spingere altri colleghi a venire a Salerno. Un invito alla sostenibilità e al contenimento degli esborsi ma anche un monito a non eccedere ed estremizzare, passando da tanti soldi immessi a zero interventi.
Parole condivisibili e a tratti da leader, che in questa fase difficile possono e debbono rinfrancare chi abbia a cuore le sorti della Salernitana. Petrachi valore aggiunto e uomo cui dare tempo e fiducia, pur consapevoli che il budget e le modalità operative lo faranno operare in salita, ma, d'altro canto, ciò potrà esaltare le sue indubbie qualità e quelle della sua struttura di scouting. Iervolino e la società hanno nel manager salentino il punto di forza per aprire il nuovo ciclo della Bersagliera in cadetteria, ma restano perplessità in merito all' aver dato così tanto credito ad un fondo già tristemente noto in ambito calcistico per aver fatto ciarle senza sostanza concludendo solo operazioni in campionati minori e ben lontane dai costi e dalle cifre ascoltate nella trattativa fiume con la società granata. Non piacciono né tanto meno convincono le sbandierate (e rinfacciate) cifre sugli investimenti personali del presidente nei tre anni di sua gestione, quantizzati in quasi cento milioni di euro.
La governance del cavalluccio marino parrebbe considerare solo le cifre in uscita e non quelle in entrata, provenienti da vecchi crediti, cessioni di calciatori e soprattutto dai diritti televisivi, con, qui sì, oltre novanta milioni di introiti in tre anni di serie A, nonché infine dal paracadute del valore di 25 milioni! Poco elegante fare conti in tasca ma ancora meno rinfacciare spese per di più in modo unilaterale e poco credibile. La comunicazione continua a non essere certo il punto di forza di questa società e si spera davvero che a riguardo si possano registrare miglioramenti sia nel senso di usare toni più sereni, sia nel senso di rendere più partecipe la piazza dei pensieri e delle strategie societarie. Tutto ciò non può avvenire se si crea un muro contro muro tra i vertici della Salernitana e la stampa locale, essendo questa una componente importante del sistema e meritevole di rispetto. Grave, poi, non spiegarsi il perché di una manifestazione di dissenso indetta per domani dalla tifoseria, per la verità non solo comprensibile ma anche tardiva. Petrachi è la speranza per invertire il trend e il passo del gambero della Bersagliera e per tornare a parlare serenamente di calcio giocato, con unione e con dignità.
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