La Salernitana a Cesena aveva essenzialmente due importanti compiti da assolvere: sterzare sul piano del gioco e della determinazione per raggiungere il risultato e portare a casa punti. Dal punto di vista della prestazione per larghi tratti del match le risposte sarebbero arrivate, mentre una pessima decina di minuti nel finale avrebbe vanificato il conseguimento del risultato positivo atteso. Ai granata in Romagna è mancato l'inizio e la fine, nel mezzo il livello del gioco, della intensità e della determinazione agonistica è indubbiamente cresciuto rispetto alle ultime piatte prestazioni. La presenza all'interno della sfida e la continuità di azione e proposta di gioco è stata finalmente soddisfacente, a fronte di gare precedenti caratterizzate da reazioni veementi quando vi era una salita ripida da scalare o i buoi erano già scappati dalla stalla. Il centrocampo potremmo dire che abbia trovato la quadra base, con Breda che, meglio tardi che mai, avrebbe individuato il quintetto di uomini cui affidarsi con continuità dal primo minuto per guidare la Bersagliera nella rincorsa salvezza. Un buon equilibrio di reparto sarebbe stato raggiunto con la coppia mediana centrale Amatucci-Zuccon, con Corazza sull'esterno e con Ghiglione a destra, sebbene quest'ultimo continui ad essere una nota stonata e potrebbe essere avvicendato nel suo ruolo da Stojanovic o da Gentile.

La zona nevralgica del campo campana a Cesena è stata anche supportata dall'ottimo lavoro in fase di cucitura e raccordo compiuto da Verde, il quale, arretrando ha aiutato nella fase di non possesso e soprattutto dato riferimenti per le uscite e per l' impostazione della manovra offensiva, grazie alla propria visione e al proprio tasso tecnico, mentre Soriano ha giostrato da mezzala classica con licenza di partire palla al piede, inserirsi senza palla e cercare la rete. Zuccon, invece, ha operato da medianone vecchio stampo provando, con Amatucci, ad interdire e ad abbassarsi a protezione della retroguardia a tre granata. Da segnalare l'ottima prova di Corazza, che ha dimostrato personalità e sicurezza nel proporsi coi tempi corretti in supporto degli sviluppi di gioco della Salernitana che cercava sbocchi sulle corsie esterne per ribaltare il fronte e creare pericoli al Cesena. Quel che era clamorosamente venuto meno sia a Carrara che all'Arechi contro il Frosinone, si è visto a lungo declinato sul manto erboso del Dino Manuzzi.

Attenzione, però, perché il risultato finale non mente del tutto e se, per tanto, la Bersagliera è rientrata con le  pive nel sacco da  Cesena, i motivi per fare mea culpa prima e migliorare poi non difettano. Al di là del pesantissimo errore dal dischetto di Cerri, che poteva affossare i bianconeri locali e dare tre punti di platino al cavalluccio marino, l' errore inaccettabile è arrivato in occasione del calcio d'angolo sugli sviluppi Prestia ha freddato Christensen e tutta la torbida ospite. I granata di Breda sui calci d' angolo difendono a zona e ciò è ravvisabile chiaramente dalla disposizione che i dipendenti assumono in area di rigore in attesa che parta lo spiovente avversario. Sul tiro d'angolo incriminato che frutta lo 0-1 di Prestia la Salernitana difende con un uomo sul primo palo, un altro sul secondo, un terzo uomo subito davanti alla zona del primo palo ed un quarto uomo a presidio della zona centrale antistante l'area piccola della porta difesa da Christensen.

Gli altri difensori si posizionano liberamente in area in base alle zone scoperte da presidiare. In particolare il tunisino Bronn prende in consegna la zona antistante il secondo palo della porta granata e come tutti si posiziona rivolto alla direzione di provenienza della sfera e al compagno occupante la zona lui antistante. Nel difendere a zona l' area occorre coprire la zona ricompresa tra sé e il compagno davanti posizionato, in postura tale da attaccare la palla che spiove e con la visione periferica orientata verso possibili inserimenti di avversari che attaccano la disposizione a zona rivale partendo da dietro e attaccando lanciati il pallone per metterlo nel sacco. Proprio quello che accadrebbe al minuto ottantacinque di Cesena- Salernitana, con Prestia che partendo da dietro brucia un disattento e troppo attendista Bronn in posizione e mette alla spalle di Christensen anche sfruttando il salto a vuoto di Lochoshvili, l' uomo messo in posizione centrale a presidio della zona antistante l' area piccola granata. Appena parte la rincorsa del cesenate per battere il corner si vede facilmente come i romagnoli attacchino gli spazi e nessun granata li segua marcando a uomo e sentendo il contatto con l' avversario in modo da contrastarne moto e slancio.

L' errore di Bronn è palese e frutta, quanto lo sbaglio di Cerri dagli undici metri, la sconfitta per gli uomini di Breda, che paga in questo frangente la scelta di difendere a zona pur disponendo in rosa di difensori alti, strutturati fisicamente ed abili nel gioco aereo, in grado potenzialmente di reggere il confronto fisico con gli avversari in una marcatura classica ad uomo sui migliori saltatori altrui. Il Cesena in questa stagione ha un rapporto contraddittorio con le palle inattive, avendo un ottimo score alla voce reti realizzare in queste situazioni di gioco, ma anche una certa sofferenza quando vi è da difendere sui piazzati rivali nella propria area di rigore. Tutto confermato al Manuzzi sabato scorso, con la Salernitana che si guadagna un rigore grazie ad una vistosa trattenuta ai danni di Ferrari, la cui presenza minacciosa nei sedici metri bianconeri è stata sufficiente a mandare nel panico difendenti locali che temevano non poco queste situazioni di palla ferma. D'altro canto chi di spada poteva ferire purtroppo di spada stessa ha finito per perire, con la Bersagliera trafitta su tiro d'angolo nel modo sopra descritto e con un Roberto Breda giustamente furibondo per aver incassato una rete proprio in un situazionale sul quale aveva lavorato tanto in settimana, consapevole quanto il Cesena avesse fatto male alle altre squadre sui calci piazzati a proprio favore.

La sliding door granata è questa qui e a poco serve ricordare il raddoppio preso in ripartenza con uomini freschi tagliati fuori facilmente e l' ennesima mezza frittata di un Njoh, bravino davanti ma costantemente in affanno dietro. All'orizzonte il Modena e la sfida, senza retorica, apparirebbe una sorta di ultima chiamata per il tecnico trevigiano e per la Bersagliera stessa,, che, in caso di nuova mancata conquista dei tre punti, vedrebbero, con ogni probabilità, rispettivamente sfumare la propria panchina e moltissime delle residue chance di permanenza in cadetteria. All'orizzonte il Modena e per la sfida, senza retorica, Breda e la Bersagliera dovranno provare a curare i dettagli e le palle inattive più che mai potrebbero fare la differenza, sia in fase difensiva che in fase offensiva, in un torneo equilibrato e in un momento della stagione dove i punti diventano pesantissimi e le sfide senza appello iniziano a materializzarsi.

Sezione: News / Data: Lun 03 marzo 2025 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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