Peccato, davvero peccato. Contro una Cremonese tecnicamente parlando modesta ma decisamente più volitiva, la Salernitana chiude la stagione con un ko che non le consente di superare l'Empoli e di agganciare il Sassuolo e che non le permette di battere il record di 13 gare di fila con gol all'attivo. Certo, la rete dello svantaggio è frutto di un calcio di rigore e uno piuttosto evidente è stato prima dato e poi tolto ai granata in una situazione non da VAR, ma la Salernitana stasera era metalmente già in vacanza, al punto che le sufficienze sono al massimo tre e c'è una totale bocciatura per Botheim e Piatek. Sul quale ci esprimiamo subito: ok far salire la squadra, ok l'impegno (e ci mancherebbe, visto anche quanto percepisce di stipendio), però l'attaccante deve fare gol. E, Dia a parte, sotto questo aspetto il reparto offensivo è stato deludente: 4 Piatek, 2 Bonazzoli, 1 Botheim, 0 Valencia. Per quanto speso ci si aspettava decisamente di più. Ad ogni modo questa resta la Salernitana dei 10 risultati utili di fila, dei 13 risultati positivi su 16, dei pareggi con Inter, Milan, Roma, Napoli e Fiorentina, della vittoria con la Lazio e sull'Atalanta, del 2-2 dello Stadium, del 3-0 a Monza e Sassuolo, di Ochoa che para tutto, di Gyomber decisivo, di Mazzocchi primo granata in Nazionale, di Dia terzo nella classifica marcatori, di una tifoseria sesta in Italia per numero di presenze in campo esterno e capace di garantire una media spettatori di 20mila unità. Aggiungiamo il +11 sulla zona retrocessione, un super Candreva, un grande Coulibaly, un Kastanos straripante nel girone di ritorno e la crescita di Pirola e Bradaric dopo una falsa partenza. Tutto bello, tutto emozionante, giusto che la tifoseria voglia godersi il momento e bene hanno fatto le varie componenti a ritrovarsi in quasi 10mila in piazza per celebrare non solo la salvezza e la terza partecipazione di fila al campionato di A, ma un'annata ricca di lacrime di gioia e di risultati insperati. Bravo Iervolino, un anno e mezzo appena e due traguardi raggiunti che gli valgono il grazie doveroso dei tifosi.
Ora, però, si deve programmare il futuro. Le parole di Paulo Sousa sono state chiare: il mister resterà, il rinnovo è già automatico, accostamenti con altre società ad ora non trovano riscontro e fare titoli drammatici significa alimentare inutili tensioni. Ma le richieste sono state fatte, per alcune occorrerà tempo. Il settore giovanile, guidato da un professionista serio come Colantuono, è ripartito da zero e non si possono fare miracoli, per le strutture c'è il Comune che deve dare risposte e prendere atto dei fischi dei 10mila della Concordia. Un altro campionato con la Nord chiusa è un flop inspiegabile, così come le condizioni di un impianto tutt'altro che moderno e accogliente. La Regione e l'amministrazione comunale, dopo il no alla gestione dello stadio, che intenzioni avranno? E poi c'è la questione tecnica. Annunciare ufficialmente che Sousa resterà può sgomberare il campo da dubbi di ogni genere, forse l'epilogo con Sabatini spaventa qualcuno ma, ribadiamo, non ci sarà nessun ribaltone o colpo di scena. Il mister ha fatto richieste, ma deve essere consapevole che la Salernitana è appena al quinto anno di A, ha una società ricchissima ma che certo non vuole gettare soldi dalla finestra e già una buona base di partenza rispetto a quella che raggiunse il ritiro austriaco. L'auspicio è che Iervolino dia un segnale e trattenga Ochoa, Gyomber, Mazzocchi, Kastanos, Candreva, Coulibaly e Dia. Altri, come Piatek, Maggiore e Botheim, hanno deluso e saluteranno, stesso discorso per Bonazzoli sul quale ci aspettavamo spiegazioni più concrete del mister.
Come può sentirsi un ragazzo di proprietà, ormai deprezzato, che non può nemmeno riscaldarsi a bordo campo a favore di questo Piatek? Sarebbe stato opportuno, a bocce ferme, dire le cose come stanno senza aggrapparsi ad argomentazioni tecnico-tattiche alle quali non ha creduto nessuno. Ad ogni modo rivoluzionare la rosa sarebbe un autogol e per portare avanti l'oramai famoso progetto di "Europa in tre anni" ci devono essere delle certezze. Ok la plusvalenza, ok i bilanci, ok i giovani di prospettiva, ma i campionati si fanno alla grande se prendi gente forte e che fa la differenza da subito. Va bene la politica dei piccoli passi, anche Sassuolo e Atalanta rischiarono di retrocedere 2-3 volte prima di una scalata così importante. Ma se il Monza, con un decimo dei tifosi e un esordiente in panchina, alla sua prima stagione finisce a sinistra perchè farsi sfuggire l'occasione per alzare l'asticella a Salerno?
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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