Un ritiro svolto con un manipolo di giovani di belle speranze e con un gruppo che sarà totalmente stravolto entro la fine del mercato. Appena tre innesti, tutti da categorie inferiori e con trattative importanti che sono sfumate sul più bello a causa del ridimensionamento economico imposto da una società in vendita e che è passata da proclami europei a una serie B a salvarsi. 

E ancora: la contestazione dei tifosi, l'assenza dei gruppi ultras a Rivisondoli, il rinvio della campagna abbonamenti, l'addio di alcune figure storiche che hanno accompagnato la Salernitana sin dai tempi della serie D, una conferenza stampa burrascosa e tantissime persone che si dicono pronte a disertare l'Arechi in segno di protesta nei confronti della proprietà.

Messa così, la situazione sembrerebbe davvero grave. Sportivamente parlando, s'intende. E invece riteniamo che basti veramente poco per far riesplodere l'entusiasmo popolare a trasformare questo clima di legittimo e comprensibile scetticismo post retrocessione nella voglia di mettere alle spalle il passato e spingere la Bersagliera verso quella categoria che la piazza ha ampiamente dimostrato di meritare.

Il miglior acquisto, al netto di ogni polemica o presa di posizione, sarebbe un Danilo Iervolino con l'entusiasmo dei primi mesi. Un imprenditore che riuscì ad evitare il fallimento e che ha garantito tre anni consecutivi in serie A ai colori granata per la prima volta nella storia togliendosi lo sfizio di completare una incredibile rimonta e di tener testa, nel tempo, a tutte le big del calcio italiano. Con tanto di gol di Dia al Maradona per rinviare la festa del Napoli e far esplodere di gioia decine di migliaia di supporters salernitani.

Poi qualcosa si è inceppato, inutile nascondersi. Tuttavia siamo certi che un imprenditore di successo, che ha sempre dimostrato in ogni settore di essere un visionario (in senso positivo) e un vincente saprà rialzarsi alla grande e riconquistare il cuore di un popolo che, in fondo, s'arrabbia e si rammarica proprio perchè gli riconosce potenzialità finanziarie, umane e professionali nemmeno lontanamente paragonabili a tante dei suoi predecessori.

E poi c'è Petrachi, il direttore sportivo che ha reso grande il Torino e che ha posto basi importanti in una realtà difficile come quella della Roma. La strada è in salita, ma le difficoltà non lo spaventano nè gli hanno fatto fare un passo indietro quando, per tanti, sarebbe stato semplice rassegnare le dimissioni e tentare fortuna altrove. Salerno è la sua sfida, il trampolino di rilancio che meritava dopo aver dimostrato di essere bravo. Siamo convinti che 2-3 top player li abbia già bloccati in gran segreto e che un paio di cessioni daranno il via a quell'effetto domino tale da rendere la Salernitana competitiva e credibile.

E infine Martusciello, l'uomo giusto al posto giusto che sta scalando posizioni nell'indice di gradimento della piazza per il suo perbenismo e per il lavoro meticoloso che sta svolgendo in ritiro. Per lui una chance importantissima, un'occasione da non fallire. E vi pare che avrebbe accettato senza garanzie?

Intendiamoci: siamo i primi ad aver contestato e criticato quando necessario, al punto da pronosticare con 8 mesi d'anticipo la retrocessione a suon di record negativi. Ma pensare che ora sia tutto da buttare significherebbe non essere intellettualmente onesti. Fiducia in Petrachi e Martusciello, in attesa di uno scatto d'orgoglio di un patron chiamato a ripagare la fiducia e il sostegno di una tifoseria che lo accolse davvero con i tappeti rossi.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 luglio 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print