"Devo dire che, guardando gli attaccanti che oggi giocano in A e che chiedono aumenti milionari dopo mezzo campionato fatto bene, provo un sentimento di rimpianto per ciò che poteva essere la mia carriera. Collaboro con la Fiorentina e mi capita di girare l'Italia per vedere partite, è raro trovare un centravanti con cattiveria e voglia di fare gol a tutti i costi. Il tatticismo esasperato ha tolto la voglia di gonfiare la rete. ma è sbagliato: chi fa quel mestiere deve pensare soltanto a far vincere le partite, tutto il resto è dannosa teoria".

Inizia così la nostra chiacchierata con Giovanni Pisano, indimenticato bomber che ha scritto pagine di storia incredibili con la maglia granata. Le sue analisi non sono mai banali:

"Leggo che la società non stia facendo grossi investimenti, è evidente si sia creato un strappo insanabile con l'ambiente e che sia maturo il tempo di un passaggio di consegne. E' impensabile che la situazione attuale debba condizionare il lavoro di un direttore sportivo bravo e di un allenatore esperto e che ha effettuato tutto il ritiro con un gruppo totalmente diverso da quello che affronterà la stagione. In un campionato equilibrato come quello di serie B, basta davvero poco per essere protagonisti e invece è impensabile che si prospetti un torneo di vertice alla Salernitana soltanto tra tre anni".

Pisano prosegue con la consueta schiettezza: "A Bolzano si sentivano solo i tifosi della Salernitana, domani sera ce ne saranno 15mila di martedì sera e dopo una retrocessione. Il mercato in entrata non può fermarsi qui: ok il giovane, va bene la scommessa, ma manca l'ossatura. Occorre come il pane un centravanti di categoria e certo non si può pensare di proseguire con una difesa che prende mediamente 2-3 gol a partita. Lo ripeto: se la proprietà ha deciso di farsi da parte, metta in vendita il club abbassando però le pretese economiche. Si sta perdendo tempo prezioso.

Salerno la conosco perfettamente, è una piazza che ti dà una grande spinta e che ti aiuta per davvero a vincere le partite. Si deve creare un feeling speciale, che va oltre il risultato della domenica. Se invece il presidente è il primo che vuole andare via, diventa tutto più complicato. Mettetevi anche nei panni dei calciatori: con che motivazioni scendono in campo se sono sul mercato e c'è un disimpegno societario?".

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 26 agosto 2024 alle 22:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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