Diciamolo chiaramente: non siamo di fronte al Real Madrid o al Manchester City. La rosa della Salernitana attuale non brilla certo per qualità eccelsa e nessuno può negarlo. Ma tra il definire questa squadra come "tecnicamente modesta" e liquidarla come incapace di esprimere un gioco propositivo c'è un abisso che merita di essere esplorato.

Intendiamoci, concordo pienamente con chi punta il dito verso la dirigenza. La politica delle "vacche magre" imposta nei due mercati stagionali ha prodotto danni evidenti e adesso si raccolgono i cocci. Gli errori in fase di costruzione della rosa sono sotto gli occhi di tutti e rappresentano una zavorra che pesa come un macigno sul rendimento della squadra. Su questo non ci piove.

Ma c'è un "ma" grande come l'Arechi.

Chiunque abbia seguito con attenzione le partite casalinghe della Salernitana non può fare a meno di notare come questa squadra, pur con tutti i suoi limiti, abbia mostrato in diverse occasioni di essere superiore a 5-6 formazioni che oggi la precedono in classifica. Squadre che all'Arechi sono apparse tecnicamente inferiori, ma che poi, tra episodi sfortunati e qualche decisione arbitrale discutibile, hanno portato a casa punti preziosi.

È troppo facile liquidare tutto con un "squadra scarsa" quando il problema è più complesso. Quante volte abbiamo visto i granata costruire gioco, creare occasioni e poi capitolare per errori individuali o per semplice sfortuna? Più di quante ne vogliamo ammettere.

Mi viene da sorridere quando leggo di un "delirio tattico" al pensiero di un atteggiamento più propositivo. Certo, non possiamo pretendere il calcio champagne di Guardiola, ma tra questo e il rinunciare a priori a giocarsi le proprie carte c'è una significativa via di mezzo.

Non sto dicendo che i Simy, i Verde o i Braaf siano campioni incompresi. Dico semplicemente che con questa rosa, pur con tutte le sue lacune, si potrebbe osare qualcosina in più. Non serve inventarsi "Braaf seconda punta" o trasformare magicamente Wlodarczyk in Haaland, ma trovare un equilibrio tattico che valorizzi le poche qualità a disposizione.

E qui veniamo al nocciolo della questione: il potenziale inespresso. Perché è vero che non abbiamo i fuoriclasse, ma è altrettanto vero che diverse squadre con organici inferiori al nostro stanno facendo meglio. Non è solo questione di nomi sulla carta, ma di organizzazione, fiducia e mentalità.

Il mio non vuole essere un j'accuse nei confronti dell'allenatore. Breda si trova a gestire una situazione complicata, ma all’attuale rosa sono stati aggiunti 7 calciatori che lui ha voluto a gennaio perché già allenati in passato o perché rispecchiavano le sue idee tattiche. Ma proprio per questo, forse, un pizzico di coraggio in più potrebbe rappresentare l'ultima carta da giocare.

La verità è che questa Salernitana, al netto degli errori dirigenziali e dei limiti tecnici, non merita l'attuale posizione in classifica. Ha dimostrato, seppur a sprazzi, di poter competere con diverse squadre che oggi la precedono.

E allora permettetemi di pensare che questa squadra, con qualche accorgimento tattico e con un po' più di audacia, potrebbe dare qualche soddisfazione in più ai suoi tifosi e salvarsi dal baratro della serie C.

Perché, a volte, osare non è sinonimo di follia tattica, ma di necessità. Soprattutto quando hai poco da perdere.
E la Salernitana, oggi, si trova esattamente in questa situazione.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 19 marzo 2025 alle 12:00
Autore: Giovanni Santaniello
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