Chissà cosa avrà pensato Alberto Cerri quando la società ha comunicato ai calciatori che ci sarebbe stato un allenamento a porte aperte. Perchè, spesso, la percezione che i calciatori hanno di Salerno dall'esterno è quella di una piazza ricca di pressioni e tensioni. In realtà sono lontani anni luce i tempi in cui davvero bastava poco per accendere la miccia e trasformare l'ambiente in una polveriera, con spaccature e contestazioni intempestive che certo non furono d'aiuto ai colori granata.

Oggi il pubblico salernitano, al netto di numeri oggettivamente bassi rispetto alle potenzialità e al blasone, ha fatto un salto di maturità notevole. Nessun fischio, nessuna protesta e squadra che si è allenata con serenità e con i cori della Siberiano in sottofondo. E, per Cerri, il pomeriggio di ieri è stato un toccasana. Perchè l'applauso della gente, le frasi di incoraggiamento e le parole del capo ultras Marco Mancini ("I rigori si possono sbagliare, fa niente: guardiamo avanti")  hanno consentito di mettere una pietra sopra all'errore di sabato scorso. Pesante ai fini del risultato, ma non tale da dover compromettere il rendimento futuro.

Cerri ha capito, ha apprezzato, era lì sotto la curva assieme a capitan Ferrari e applaudiva frequentemente i tifosi condividendo in pieno i loro ragionamenti. Al termine della seduta qualche momento di leggerezza, con la maglia donata ad un giovane supporters e una foto ricordo con Celeste. 85 anni e qualche acciacco, ma sempre lì al fianco della Bersagliera per trasmettere quel senso d'appartenenza che non deve mai mancare. Ecco, con una tifoseria così matura sarebbe opportuno crearne tanti di momenti come quello di ieri. Una spinta collettiva verso un unico obiettivo che può fare la differenza.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 06 marzo 2025 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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