All’Arechi una gioia che avevamo dimenticato. Un boato liberatorio quando Cerri, al minuto numero 100, spiazzava Bardi regalandoci undici metri di felicità e tre punti dal sapore di svolta e di speranza. Perchè non battere, in casa, un avversario alla portata, in 11 contro 10 per un tempo e con le gare con Pisa e Cremonese all’orizzonte, sarebbe stato un danno incalcolabile in ottica salvezza.

E invece questa Salernitana ancora incompleta, paradossalmente meno brillante rispetto alla gara col Sassuolo e paralizzata dalla paura, ci ha regalato una rimonta da pelle d’oca, con pianti collettivi e scene di giubilo che non si vedevano da tempo. C’è tanto dell’ambiente dietro questo successo: la scelta della società di abbassare il prezzo dei biglietti e di far sentire ciascun tifoso protagonista e non spettatore, il ritorno del patron dopo 10 mesi, il senso d’appartenenza dell’allenatore, la spensieratezza e la fame dei nuovi arrivati, l’appoggio di uno stadio che, quando decide di partecipare, ha pochi eguali in Italia.

Che poi 13mila sia dato flop siamo tutti d’accordo. Sul campo gara equlibrata, con Sepe che regalava a Reinhart la palla dello 0-1 uscendone indenne per mera fortuna. Poi la traversa di Tongya e poco altro, fino ad una ripresa vietata ai deboli di cuore. Ignacchiti va fuori, Vido la sblocca, Cerri pareggia e poi fa 2-1 al 100’ grazie alla giocata super di Ferrari. E ora non fermiamoci: Salernitana, finalmente ci siamo anche noi!

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 22 gennaio 2025 alle 21:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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