A Salerno è rimasto esattamente un anno, quanto è bastato per conquistare il cuore di una tifoseria che gli ha sempre riconosciuto professionalità e grande attaccamento alla maglia. La scena della corsa sotto la Sud con un fumogeno in mano è solo una delle tante istantanee di un percorso breve ma intenso, fatto di lacrime, brividi, emozioni, gioie, vittorie e sconfitte anche clamorose ma dalle quali i granata riuscivano a rialzarsi anche grazie a chi, come lui, sapeva trasmettere forza e coraggio all'interno dello spogliatoio.
Alzi la mano chi, ancora oggi, non va su youtube a rivedere il gol all'Olimpico che permise alla Salernitana di passare in vantaggio contro la Roma. Autore quell'Ivan Radovanovic che fu ultimo acquisto in ordine cronologico di quell'Instant Team allestito da Sabatini e che contribuì a scrivere una delle pagine più belle della storia del calcio italiano. Mediano di interdizione, centrocampista con il compito di partecipare attivamente all'azione o braccetto nella retroguardia a tre: di ruoli ne ha ricoperti tanti, con risultati ottimi e un rendimento eccellente che gli consentì di guadagnare la fiducia di Colantuono prima e Nicola poi.
Ogni volta che parla di Salerno e della Salernitana c'è sempre qualcosa da imparare. Come dimenticare, ad esempio, la dedica post salvezza, quando il primo pensiero andò a quei calciatori che avevano giocato pochissimo, ma che venivano incoraggiati e sostenuti come fossero titolari inamovibili. E poi quelle dichiarazioni che, due anni fa, fecero scalpore ma aiutarono la città ad aprire gli occhi. Perchè Radovanovic ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto per evidenziare una serie di problematiche tali da poter purtroppo immaginare un epilogo così triste per i colori granata, con il repentino passaggio da San Siro al rischio retrocessione in C.
E, a proposito di epilogo, a tutti i tifosi proprio non è andato giù quell'addio consumatosi a gennaio del 2023 su precisa indicazione del direttore sportivo dell'epoca Morgan De Sanctis. Il modo peggiore per interfacciarsi con un professionista e con un uomo che non chiedeva altro fosse onorato il suo contratto pur di chiudere la stagione con la maglia della Salernitana anche per motivi di natura familiare. Salerno, però, sarà sempre casa sua e i tifosi lo aspettano per riabbracciarlo. Nel frattempo, per fortuna, è rimasto nel mondo del calcio in veste di allenatore e, da oggi, è il nuovo mister della Primavera del Partizan.
Per i giovanissimi atleti sarà una fortuna poter lavorare con quello che in gergo si definisce prima un grande uomo e poi un ottimo professionista. Per ora un enorme in bocca al lupo, in futuro chissà che non possa tornare in granata e scrivere un nuovo capitolo di quella favola che meritava un epilogo diverso, ma che è culminata comunque con quella folle e indimenticabile notte del 22 maggio 2022. Notte in cui fu assoluto protagonista.
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