Non è vero che il portiere che aggiunge punti alla classifica sia necessariamente quello che fa 3-4 miracoli a partita. Alla Salernitana, a gennaio, serviva come il pane un calciatore forte tra i pali, bravo nelle uscite, ma soprattutto che guidasse con autorevolezza la retroguardia e che mostrasse attenzione e concentrazione anche nelle situazioni apparentemente più semplici. Tutti abbiamo nella mente gli ultimi 20 minuti contro la Cremonese, quando abbiamo assistito a uno spettacolo incredibile e a parate degne di un numero uno di caratura internazionale.

Christensen, però, ha conquistato la fiducia della società, della dirigenza e dello staff tecnico soprattutto per la sicurezza che trasmette alla retroguardia e per essere bravissimo a muoversi all'interno della propria area di rigore senza restare fermo sulla linea della porta. Quattro gare senza gol al passivo è un qualcosa che, dalle nostre parti, non vedevamo da tempo. E il portiere danese è riuscito in questa piccola impresa, aiutato da un Ferrari tornato ai livelli abituali anche grazie alle consapevolezza di avere, finalmente, le spalle coperte.

A Bari un solo intervento degno di nota, con un tiro angolato e potente di Lasagna che è stato parato in bello stile e con grande efficacia. Intervento dall'alto coefficiente di difficoltà in un momento di grande pressione da parte dei padroni di casa. Preziose anche 2-3 uscite sul secondo palo sugli sviluppi di calcio piazzato, fondamentale nel quale la Salernitana ha spesso peccato nelle due fasi. Nella ripresa, invece, Christensen è stato spettatore non pagante e non è stato mai sollecitato dagli avversari. Tuttavia vederlo abbracciare e spronare i compagni dopo un intervento difensivo è un qualcosa che ha strappato applausi ai tanti tifosi presenti nel settore ospiti del San Nicola. In caso di salvezza sarebbe importante riuscire a rinnovare il prestito.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 16 marzo 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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