Continua il progetto ideato dalla Salernitana e denominato "Box to Box", in cui la giornalista salernitana Lella Ventura intervista i calciatori. Bellissima iniziativa in un periodo in cui i tifosi non possono stare vicini ai propri beniamini. Stavolta è il turno di Emmanuele Cicerelli.

Emanuele Cicerelli che ragazzo è?

Sono un ragazzo come tutti gli altri, mi piace socializzare, stare in compagnia.

Quali sono i tuoi hobby?

La play station, abbiamo il nostro gruppo di Call of Duty. Ho molto interesse per i vestiti, condivido questa passione con mio fratello che sta aprendo un'attività.

A chi dedicherai il prossimo gol?

A Giovanna che è a casa che mi aspetta, sono molto legato a lei.

Ti piacerebbe diventare papà?

Si, assolutamente. Magari diventa un calciatore più bravo di me.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi genitori e la tua famiglia?

Sono stati dei genitori fantastici, non potevo immaginarmeli migliori. Mia madre è sarta e mi ha trasmesso la passione della moda. Non era facile unire una famiglia numerosa come la nostra. Una volta ho fatto una sorpresa a mia sorella per il suo 18esimo compleanno, sono andato a Manfredonia di persona a farle gli auguri e portarle il regalo, non se lo aspettava.

Ti piace Salerno?

Moltissimo. È molto simile alla mia città Natale, Manfredonia. Sono molto legato al mare. 

Il tuo nome completo è Emmanuele Pio Cicerelli, perchè Pio?

Per chi nasce a San Giovanni Rotondo, nel 99% dei casi il secondo nome è Pio. 

Come è stata la tua infanzia?

Mio padre è il classico uomo del sud, gli fu detto di non poter avere figli ma poi siamo arrivati in quattro, io sono il maggiore, poi un fratello e due sorelle. Siamo molto legati, eravamo sempre insieme a giocare a pallone per strada.

Il calcio quando è diventato una passione e un lavoro?

La passione l'ho avuta subito, mio padre era fissato per il calcio e mi ha trasmesso subito la passione, mi ha subito portato alla scuola calcio. Fare il calciatore però comporta tanti sacrifici, io però mi sono allontanato in ritardo da casa, avendo fatto la trafila delle giovanili vicino casa, al Foggia, al Manfredonia e al Barletta con cui ho iniziato poi tra i professionisti. 

Che emozione hai provato al primo gol siglato tra i professionisti (con il Barletta contro la Carrarese)?

Grande emozione, ho ancora oggi la pelle d'oca, mi sono ritrovato in una situazione non molto felice perchè eravamo in lotta per non retrocedere ma hanno creduto in me. Mi sento ancora con i fisioterapisti di quella squadra. 

Chi era il tuo idolo da bambino?

Da bambino ero interista, il mio idolo era Ronaldo ma avevo il poster di Javier Zanetti, idolo anche fuori dal campo. 

Dopo il Barletta sei andato prima all'Aversa Normanna e poi al Melfi, come ricordi quelle esperienze?

Sono stato bene, non ero sicuro all'inizio di andare ad Aversa ma poi mi ha chiamato il mio vecchio mister di Barletta, Raffaele Novelli. La società era in difficoltà economiche e a gennaio sono andato al Melfi ma non ho avuto la continuità di Aversa. 

Con l'Aversa Normanna hai segnato due gol all'Arechi, cosa hai pensato?

Era l'anno che la Salernitana vinse il campionato, il primo gol sotto la curva Sud con una piccola deviazione di Alberto Bianchi, il secondo a giro, molto più bello. È uno stadio che ti fa effetto, da avversario ancora di più.

Il tuo primo palcoscenico importante è stato alla Paganese?

Si, sono molto legato alla Paganese, è stata la piazza che mi ha dato lo slancio, che mi ha fatto capire che potevo fare qualcosa di più. Ho trovato un bellissimo ambiente, sono cresciuto anche come persona oltre che come calciatore. L'allenatore sposava a pieno le mie caratteristiche, sono stati due anni bellissimi. Devo tanto a Grassadonia, siamo rimasti in ottimi rapporti anche con Luca Fusco. 

Come mai hai avuto problemi alla prima stagione con la Salernitana (ceduto in prestito al Pordenone in Lega Pro)?

Ero giovane, ho fatto fatica a farmi apprezzare dall'allenatore ma non ho rimpianti, può capitare, ho accettato subito la proposta del Pordenone per poter giocare di più e avere nuove esperienze.

C'è stato un momento in cui credevi di non poter giocare con la Salernitana?

No, ho sempre pensato che prima o poi sarebbe arrivato il mio momento, ero fiducioso. L'inizio difficile è stato solo un intoppo. 

A Foggia poi di nuovo con Grassadonia...

Il mister mi ha subito chiamato, appena arrivato a Foggia. Ero in ritiro con la Salernitana con Colantuono, faceva il 3-5-2 e non mi vedeva. Ho chiesto alla società che mi ha lasciato andare, era anche un modo di vedermi all'opera in serie B. È stato il mio primo vero campionato di Serie B.

Dopo Foggia arrivi definitivamente a Salerno, cosa hai pensato?

Mi sono subito accorto che le cose erano cambiate, venivo considerato di più , la squadra era importante e c'era l'opportunità di giocarsi il posto. Con Ventura mi sono trovato bene nel suo 3-5-2, era molto simile a quello di Grassadonia e mi sono ritagliato il mio spazio. Siamo rimasti un pò delusi per il finale di stagione, ci tenevamo a fare almeno i playoff.

Che rapporto hai con Cristiano Lombardi?

Abbiamo un rapporto bellissimo, ci sentiamo sempre, spero che possa tornare il prima possibile, siamo in sintonia anche fuori dal campo nonostante la competitività.

Tu hai vissuto l'Arechi pieno, che differenze noti in campo senza i tifosi?

La differenza si sente, nel girone d'andata abbiamo giocato una gara con mille tifosi e già si notava la differenza. Ho visto l'Arechi pieno contro il Bari o i tanti tifosi che ci aspettavano al Volpe dopo il derby vinto ad Avellino. Sono determinanti.

Quale partita dello scorso campionato ricordi con più piacere?

La prima contro il Pescara, è stata la mia prima da titolare, stadio pieno e abbiamo vinto 3-1. Poi ricordo la partita vinta a Cosenza, una partita sofferta ma che ci ha compattato come squadra e con i tifosi.

Sei un calciatore duttile, qual è il ruolo in cui ti trovi più a tuo agio?

Grazie a Grassadonia mi sono accorto di poter giocare sia a destra che a sinistra e mi ha fatto giocare anche da mezzala. Il mio ruolo naturale è quello di esterno a sinistra.

In cosa devi migliorare?

A difendere, ad usare un pò di più il piede debole.

Cosa pensi della Salernitana attuale?

Siamo un gruppo fantastico, a cui sono molto legato, capisci l'importanza di questo gruppo quando vai in campo e vedi i tuoi compagni che corrono per te, per rimediare a un tuo errore, è un legame che va oltre il campo. La squadra poi è molto forte, dobbiamo continuare a sognare e vediamo dove possiamo arrivare. 

C'è un compagno con cui hai legato di più?

Ho un bellissimo rapporto con tutti, sono più legato a Mantovani, Djuric e Di Tacchio con cui divido la camera in ritiro e poi Cristiano Lombardi. 

Pensi di esserti guadagnato la fiducia di mister Castori?

Il mister da molta importanza al gruppo e ai valori delle persone. Io cerco sempre di farmi trovare pronto.

Quali sono i tuoi obiettivi personali e di squadra?

Migliorarsi sempre, quest'anno dobbiamo arrivare minimo ai playoff, ce lo meritiamo noi, i tifosi e la città, se continuiamo con questa determinazione ci toglieremo belle soddisfazioni 

Tutino ha promesso di farsi i capelli rossi in caso di serie A, tu cosa prometti?

Me li faccio bianchi. 

L'intervista completa
Sezione: News / Data: Gio 11 marzo 2021 alle 21:21
Autore: Lorenzo Portanova
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