Da poco più di due settimane sono iniziati gli impegni ufficiali per la Salernitana targata Petrachi-Martusciello ed è ora possibile sbilanciarsi un po' di più su quella che parrebbe essere l'impronta della squadra granata e, più in generale, del modo di intendere il calcio del bravo mister Martusciello. Ebbene il tecnico ischitano meriterebbe un plauso convinto, se non una standing ovation, per come avrebbe tirato fuori il meglio da una situazione resa complicata dal retroterra pessimo della scorsa stagione, dal via vai di calciatori in un mercato aperto che non può non disturbare e da continui intoppi di natura fisica dell' ultimissima ora e tali da costringerlo a scompaginare piani partita già diversamente definiti. Dopo quattro gare ufficiali, due vittorie, un pari (poi tramutatosi in vittoria dagli undici metri) ed una sconfitta, 10 reti realizzate e 9 al passivo, si potrebbe azzardare la diagnosi per il paziente: la Salernitana oggi ha un gioco ed un' identità tattica precisa, difetta ancora di equilibrio e di quella continuità necessaria, a livello di tenuta mentale più che fisica, per stare dentro il match e gestirne le inevitabili fasi alterne.

 Al netto di calciatori in evidente ritardo fisico o ai box per infortuni, causa lunghe pregresse inattività, la squadra finisce le gare in crescendo fisico atletico e in ascesa temperamentale, così con Spezia, Cittadella e Sampdoria all' Arechi, cosi anche nella trasferta di Bolzano con il Sud Tirol, dove è stata la Bersagliera a tenere in mano il pallino del gioco nella ripresa. Martusciello parla di ritardo, ma esso, almeno per chi ha svolto senza intoppi il ritiro estivo, è più inerente la corretta assimilazione di schemi ed automatismi e di affiatamento tra uomini e reparti, che di natura prettamente fisico-atletica. Occorrono, come giustamente sottolineato dal trainer dei campani in conferenza stampa post Sampdoria, più allenamenti e più stabilità a livello di rosa base e soprattutto un calciomercato che chiuda finalmente i battenti, per poter lavorare sul conferimento dei giusti equilibri tattici alla squadra in campo. Nel frattempo avrebbero ampiamente trovato conferma le sensazioni positive sulla buona qualità del lavoro svolto da Martusciello e dai suoi collaboratori tecnici ed atletici sia sulla testa che sulle gambe dell'organico in forza al cavalluccio marino, con prospettive che non possono che essere improntate verso l'ulteriore crescita ed arricchimento in tal senso.

 Sugli spalti del principe degli stadi più di un sostenitore granata avrebbe esclamato che non ci si emozionava e divertiva così a vedere giocare i propri beniamini dai lontani tempi di Delio Rossi e di Rossilandia, neologismo dal sapore incredibilmente dolce per Salerno e per i salernitani. Storceranno, magari anche a ragione, la bocca gli amanti dell' organizzazione meticolosa e degli equilibri tattici nelle due fasi, ma, al netto di visibili squilibri candidamente ammessi dall'allenatore, la fase offensiva della Bersagliera è davvero un bel vedere, delizia per i palati fini. Possesso palla non sterile ma finalizzato a guadagnare metri e zone di campo pericolose per gli avversari, aggressione alta sull'impostazione rivale e per la pronta riconquista della sfera dopo transizioni negative, verticalizzazioni sulla punta di peso ed aperture sulle corsie esterne per dilatare le altrui maglie, sarebbero tratti e segni distintivi del calcio di Martusciello, di indubbia matrice sarriana. Maurizio Sarri, però, predicherebbe anche equilibrio ed attenzione nella fase difensiva per limitare i rischi e i punti di forza avversari, in nome di ripiegamenti di mezzali ed esterni di attacco, laddove vi fosse da togliere spazi e profondità ai contendenti, in nome di un' organizzazione e di un dinamismo strategico volto a consentirgli il lusso di impiegare contemporaneamente così tanti calciatori dalle caratteristiche offensive. 

Ebbene dalla cintola in sù la Salernitana sembrerebbe interprete del miglior Sarrismo, mentre dalla cintola in giù, o comunque in fase di non possesso, i campani ricorderebbero gli aspetti meno positivi di Zemanlandia. Come le squadre di Zeman, fantastiche quando attaccano e quando valorizzano attaccanti che proprio bocche di fuoco non erano e vulnerabili in fase difensiva, anche i granata non sembrerebbero preoccuparsi troppo di avere un assetto equilibrato ed accorto sul rettangolo verde, né di avversari il cui nome ed il cui curriculum indurrebbe un po' più di cautela. Il risultato di questi principi più zemaniani che di sarriana memoria? lunghe fasi degli incontri in cui quanto si vedeva in campo denunciava una Salernitana non in grado di sostenere tre attaccanti e due mezzali offensive, con la difesa orfana del giusto filtro e dei giusti supporti in ripiegamento della linea mediana e delle ali, ma anche frangenti in cui tanta qualità e imprevedibiltà in attacco si rivelava del tutto indigesta per gli opponenti, grazie ad avversari più stanchi o meno lucidi, ai ritmi alti, al baricentro avanzato e alla squadra corta in pressione e con le distanze giuste tra uomini e reparti. 

Croce e delizia per i supporters del cavalluccio marino questa primissima Salernitana targata Martusciello, con pregi e difetti esasperati in ambedue i casi, con grande gruppo e capacità di soffrire ma anche , purtroppo, con amnesie clamorose dietro, sia a livello collettivo che di singoli vittime di svarioni individuali gravi. Analizziamo i goal subiti dalla Salernitana finora: doppio errore di Velthuis con minore complicità di Njoh nei primi due goal dello Spezia in coppa Italia, entrambi individuali a squadra correttamente posizionata in campo ed errore di Bronn nel tenere la linea difensiva in occasione del terzo sigillo ligure con la squadra sbilanciata. Errore ancora individuale del duo Velthuis-Njoh nella Rete del Cittadella, infortuni dell' intero reparto arretrato in occasione della seconda e terza marcatura del Sud Tirol, l' ultima a squadra schieratissima su fallo laterale allo scadere del match. Errore di reparto e di fase difensiva tutta in occasione della rete di Tutino ed errore individuale a squadra schierata di Daniliuc che ha favorito l' agevole raddoppio di Coda.

Contro Cittadella, Sud Tirol e Sampdoria, ci sarebbero altri vari strafalcioni in fase di non possesso, sia di reparto che a livello di singoli, con la sola differenza che gli avversari non sono stati in grado di punire la Salernitana. Come ben si può evincere il risultato dell'analisi è un mix di errori legati all' eccessivo sbilanciamento collettivo dei granata, carenti di almeno una mezzala dalle spiccate caratteristiche di corsa ed interdizione (in rosa si pensava lo potessero essere Legowski e Mamadou Coulibaly prima della loro bocciatura) che potesse impedire le facili altrui ripartenze e sapesse sporcare le traiettorie rivali.La difesa della Bersagliera avrà pure interpreti non proprio irreprensibili a livello di attenzione, di piedi e di capacità di lettura, ma la stessa parrebbe tutt' altro che protetta e schermata dal resto della squadra, che, per lunghi ed eccessivi tratti, non svolge una diligente fase difensiva e di non possesso. Ben vengano ovviamente gli acquisti di uno o due centrali esperti e di un terzino sinistro a livello di Ghiglione a destra, ma risulta necessario, e Martusciello lo sa e lo ha ammesso, raggiungere un migliore equilibrio di squadra, più costanza di concentrazione nei novanta e più minuti e più compattezza collettiva, come benissimo testimoniano i finali in crescendo dei difensori granata laddove la squadra riusciva a supportarli meglio. 

Con gli innesti di mercato giusti, se la proprietà non tarperà le ali al ds Petrachi, la squadra di Martusciello potrà verosimilmente conservare i pregi e la facilità di produrre volume di gioco, occasioni e reti e soltanto migliorare gli attuali ampiamente denunciati talloni di Achille. Siamo forse al bivio tra una stagione da Luna Park, divertimento e animo pugnace ma forse senza risultati concreti in cascina ed un' annata di molto probabile riscatto e con grande attesa gratificazione finale. Proviamoci patron Iervolino a tornare in A subito, con i giusti sforzi le possibilità sembrerebbero sussistere e, poi, se proprio vuole cedere la società, potrà conseguire ben altro corrispettivo e, soprattutto, potrà riscattarsi agli occhi di una intera città e tifoseria. Meno due giorni alla chiusura del calciomercato, gambe in spalla, il tempo stringe e ci sta tanto da fare per completare e valorizzare una finora bella e seducente creazione.

Sezione: News / Data: Mer 28 agosto 2024 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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