C'è una fase offensiva da rivitalizzare nella Salernitana targata Roberto Breda e nel mirino del tecnico trevigiano ci sarebbe proprio il tentativo di conciliare una maggiore e migliore produzione in termini di occasioni da rete, e di goal all'attivo, con una ritrovata solidità difensiva ed un equilibrio dalla cintola in giù da non compromettere con esperimenti ed azzardi eccessivi. Siamo nell'era dei tre punti a vittoria e, si sa, totalizzare pareggi in serie non costituirebbe più una strategia che remunera, specie nel medio lungo termine. La politica dei piccoli passi può essere, però, anche una necessità dettata da una condizione psico-fisica non delle migliori o da limiti tecnici individuali o dell'impianto di squadra. Laddove non riesci a vincere, portare a casa quel punto che muove la classifica e consente di stare al passo con il gruppone di avversari impelagati nella bagarre salvezza, può essere saggio e strategico, specie in un contesto di notevole equilibrio tipico della cadetteria.
Il trainer granata è da settimane alle prese con il dilemma tipico di chi vorrebbe di più dai suoi uomini, ma è anche consapevole che sbilanciarsi e disunirsi potrebbe essere fatale ad una Salernitana dalla coperta corta, dove non spiccano difensori dotati di velocità e rapidità nel breve e dove Ferrari ha evidenziato di soffrire maggiormente gli spazi larghi che potrebbero aprirsi. Osare di più o continuare nel solco tracciato, ovvero con un atteggiamento prudente e , a volte, finanche attendista, oppure darsi una scossa e scuotersi azzardando soluzioni più votate ad un calcio creativo, propositivo e tremendamente efficace nell'attaccare la porta rivale. Nel prossimo match i granata affronteranno all' Arechi, il Palermo, avversario economicamente e societariamente forte, e il suo livello molto impegnativo potrebbe scoraggiare soluzioni più sbilanciate, in special modo dal primo minuto.
La formazione iniziale contro i rosanero dovrebbe prevedere il solito 3-5-1-1 , con la presenza simultanea di tre uomini offensivi, la prima punta Cerri, la seconda punta con licenza di svariare Verde e la mezzala di inserimento Soriano. A loro tre il principale compito di gonfiare la rete palermitana e provare a regalare tre punti di platino in ottica permanenza in serie B della Bersagliera. Analizzando possibili novità a detto schieramento, spicca la tentazione di fare coesistere Verde, Soriano e due punte pure. La soluzione effettivamente potrebbe vedersi attuata soltanto a gara in corso, e pure avanzata, laddove vi sia da sbloccare una sfida da vincere o addirittura da rimontare un risultato negativo. Con Verde trequartista alle spalle del duo Cerri-Raimondo, l' ex Bologna potrebbe trovare posto giocando in un 3-4-1-2 come interno di centrocampo classico, con a fianco solo uno tra Amatucci e Zuccon, chiamati a rincorrere anche per lui gli avversari di giornata in una mediana che obiettivamente parrebbe poco equilibrata e troppo sbilanciata.
In alternativa si tratterebbe di cambiare radicalmente assetto tattico e collocare Verde nel ruolo di mezzapunta centrale e Soriano-Raimondo ad agire da attaccanti esterni con licenza di tagliare e aggredire l'area e la porta rivali. In questo caso il puzzle tattico si andrebbe a completare con un duo di centrocampisti davanti alla difesa, che giocherebbero più bloccati in copertura e sarebbero verosimilmente Amatucci e Zuccon. Con questa ultima opzione, anche essa plausibilmente operabile a partita iniziata, gli esterni granata sarebbero retrocessi a terzini puri di una linea difensiva a quattro elementi per un inedito 4-2-3-1 che rivoluzionerebbe parecchio il modo di giocare di Breda, finora fedelissimo a Salerno della retroguardia a tre.Il 4-3-3 zemaniano con Soriano mezzala, Verde e Raimondo esterni di attacco e Cerri centravanti sarebbe ai limiti dell'improponibile in codesto contesto di classifica che non si presta né ad azzardi né ad esperimenti, specie se essi concernono moduli complessi e necessitanti di molto tempo per essere rodati.
Molto più plausibile sarebbe, a nostro avviso, lavorare bene in settimana per costruire trame di manovra in grado di creare più opportunità di rifinitura o di battere a rete per più elementi, perché si sa che, più che il numero delle punte, conta con quanti calciatori si porta avanti la fase offensiva e quali meccanismi si adottano dalla cintola in sù per essere più pericolosi. Talvolta, infatti, pressione alta, giocatori di gamba abili nelle transizioni a ribaltare il fronte buttandosi negli spazi, la riaggressione se si perde palla e lo sfruttamento sapiente dei calci piazzati possono ben sopperire e risultare fattori assai temibili per gli avversari.
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