Finalmente ci siamo. O quasi. Però si può già parlare di qualcosa, e questo, visto come sono trascorsi gli ultimi mesi, mi sembra un grande traguardo. Anche perché parlo volentieri dell'approdo di Gianluca Petrachi alla Salernitana, e non solo per un discorso tecnico, quanto di personalità, quella che al dirigente non manca, e che può fare la differenza in ogni sede. Vado subito al sodo, senza troppi fronzoli, non vi appesantisco: agli scettici che magari reputano troppo lungo lo step lavorativo di Petrachi, dico che, i un ambiente che necessariamente cerca riscatto, chi vuole la stessa cosa - magari anche per togliersi non troppo direttamente qualche sassolino dalle scarpe - può fare bene, perché la fame e l'ambizione non mancheranno. 
Ci saranno sicuramente errori, non lo metto in dubbio, e i casi spinosi da risolvere non mancheranno, ma partire già con grinta non è poco. 

E se mister Andrea Sottil firmasse, altro buon colpo. E continuo sulla linea della personalità, non solo della mera tecnica e/o idea di gioco. Ricordo l'allenatore ai tempi del Livorno, ho avuto modo di vederlo dal vivo, e la sua 'presenza scenica' in campo è notevole; un carisma unito a un sano pizzico di presunzione, che può divenire un mix letale per chi lo subisce. Per l'avversario quindi. Altro punto a favore della Salernitana.

Facili entusiasmi i miei? Non lo so. Forse sì e magari sarò smentita presto circa tutto quello che ho scritto (sì, scongiuri vari assolutamente consentiti). Però si inizia a respirare un'aria nuova, e personaggi carismatici possono sicuramente aiutare ad accendere l'entusiasmo, che deve essere ritrovato. E tornare a parlare di calcio... è davvero bello.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 giugno 2024 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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