Il luna park Salernitana non pare volerne sapere di chiudere i battenti e per le coronarie dei tanti avventori che lo frequentano, sugli spalti dell'Arechi, non sembrerebbe esserci pace. La tribolata stagione della Bersagliera, dopo un fuoco fatuo iniziale, è iniziata con la società e la squadra a precipitare verso il baratro con una velocità degna del più spericolato degli scivoli acquatici, senza che niente e nessuno apparisse in grado di poterne arrestare la caduta libera. Inutili a tale uopo si sarebbero rivelati gli incontri e i confronti tra i protagonisti, come pure i cambi tattici e di uomini messi in scena da mister Sousa pur di venirne a capo. Del primo periodo dell'annata sportiva 2023/24 ad impressionare negativamente chi aveva a cuore le sorti del cavalluccio marino sarebbe stata proprio la totale passività con cui, a partire dal massimo dirigente Iervolino, la società campana viveva la sua inattesa crisi.
Un presidente che appariva più freddo e distante agli osservatori esterni ed un gruppo, sia titolari che riserve, senza sussulti sia dinanzi alle ripetute disfatte che al cospetto di torti arbitrali. Ultimamente, tuttavia, qualcosa sarebbe mutato e proprio dall'establishment granata sarebbero pervenuti segnali di risveglio nell'ottica di un ritrovato orgoglio, ad iniziare dal ribaltone tecnico che ha portato Inzaghi sulla panchina per arrivare all'accantonamento del criticatissimo ds De Sanctis, alla maggiore centralità dell'ad Milan, ai lunghi ritiri pre partita e alle dichiarazioni attinenti imminenti rinforzi di mercato lì pronti sull'uscio. Una vera e propria rinascita, però, non è arrivata e il momento attuale parrebbe configurarsi come il più classico dei periodi di transizione tra l'inferno e il paradiso ed, in quanto tale, ricco di alti e bassi, di picchi e di cadute fragorose che si susseguono in apparenza senza una logica né un filo conduttore.
Il purgatorio campano sarebbe fatto, allo stato, di incertezze e tribolazioni, con un tecnico che seguita a cambiare giocatori ed assetto tattico ed un organico che mostra talvolta i muscoli, come nei primi venti minuti di Sassuolo e contro la Lazio, e talaltra le proprie tante, troppe fragilità strutturali e di personalità, come nella rimonta neroverde e nella fresca gara contro la Fiorentina al Franchi. Quale sarebbe la vera Salernitana allora? La risposta non è semplice ma neppure così ardua: il club di via Allende necessita di un intervento massiccio sul mercato e di un direttore generale o sportivo di carisma ed esperienza che lo sappia concretizzare individuando gli uomini giusti per la causa salvezza. La storia insegna e i suoi corsi e ricorsi potrebbero regalare ottimismo e speranza al pubblico salernitano, che sogna un Sabatini-Nicola bis alla guida di un instant team 2.0, con un finale analogo. La storia si potrà ripetere? Staremo a vedere. Dall'amministratore delegato Maurizio Milan, intanto, giunge una importante conferma di un sentore già presente nell'aria a Salerno: nel club Iervolino avrebbe messo tutti in discussione, nessuno escluso, ad iniziare dall'ad stesso e non vi sarebbe alcun dirigente o tesserato sicuro della permanenza nella Salernitana.
Una bella ed importante presa di posizione della società, un chiaro messaggio ai naviganti che la tolleranza sarebbe terminata e che non si guarderà più in faccia a nessuno. Vento di cambiamenti imminenti, che potrebbero coinvolgere Inzaghi, De Sanctis, Dia e tutti i calciatori, potenziali vittime sacrificali sull'altare dei risultati, unico vero parametro per misurare meriti e demeriti e per decidere le sorti di ciascuno. Un segnale forte di presenza da parte di Iervolino, il quale però deve continuare a ricomprendersi nel discorso e, soprattutto, dopo avere finalmente ammesso gli errori, deve correggerli. Il presidente, sempre amato a Salerno, può e deve dare un nuovo assetto alla sua creatura, individuare i profili giusti dietro la scrivania e stanziare un sostanzioso budget di mercato per provare a risalire la china di una classifica che, nonostante tutto, lascia aperta la porta della speranza. Salernitana scendi dall'altalena e spegni le luci del luna park, non è più tempo di divertimenti e levità, bensì di sudore e sangue da gettare sul tappeto verde per fare punti e trovare una certa continuità di risultati. La salvezza va costruita all'Arechi ad iniziare dal Bologna domenica e a seguire con il Milan, gare interne inframmezzate dalla trasferta di Bergamo contro l'Atalanta. Tre gare importanti, tre gare che, Milan dixit, decideranno il destino di tanti all'ombra del castello Arechi.
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