Capozucca: "Lovato nuovo Buongiorno. Forte fisicamente e veloce, può ancora crescere"

Matteo Lovato potrebbe essere uno dei rinforzi del Torino in questa sessione di mercato. Condizionale d’obbligo, perché la trattativa con la Salernitana non è ancora chiusa ed è necessaria prima un’uscita nel reparto arretrato (quella di Zima) per far arrivare il centrale alla corte di Juric, il tecnico che lo aveva lanciato al Verona. Poi Lovato fu acquistato dall’Atalanta che nel gennaio del 2022 lo cedette in prestito al Cagliari: il ds della società sarda in quel momento era Stefano Capozucca, oggi alla Ternana. Ecco le dichiarazioni del dirigente sul centrale dei campani, rilasciate a Tuttosport.

Capozucca, ci descrive Lovato?
"È un calciatore molto intelligente, al Cagliari con Mazzarri giocavamo con la difesa a tre, lui faceva il centrale e la sua caratteristica principale era che sapeva leggere molto bene le uscite, sapeva quando alzarsi per andare a pressare. Il lavoro fatto prima con Juric e Gasperini gli era servito".

A Cagliari riuscì a trovare subito spazio.
"Sì, ha fatto molto bene con noi. Arrivava da una stagione positiva con Juric al Verona, tanto che
poi lo prese l’Atalanta e a gennaio lo cedette in prestito".

Alla Salernitana non è però riuscito a imporsi e non c’è stata quell’esplosione che si aspettava, come mai?
"Non ha avuto l’impatto che aveva avuto a Cagliari, anche De Sanctis (l’ex ds della Salernitana, ndr) me l’ha detto. Il motivo secondo me è che è stato schierato un po’ a destra, un po’ a sinistra, mentre lui è proprio un centrale: in quest’ultima posizione rende meglio".

Lovato potrà essere l’erede di Buongiorno?
"Sì, potrebbe. Anche perché Lovato può ancora migliorare molto: è forte fisicamente ed è veloce, ma questi sono due aspetti su cui può ancora crescere. E anche sul piano delle letture può ancora migliorare".

A Torino poi ritroverebbe Juric che in questi anni ha valorizzato tanti difensori.
"Juric è un allenatore che sta facendo bene e i risultati parlano per lui. Si diceva che fosse un discepolo di Gasperini, ma Juric è Juric, ha saputo affermare la propria identità".