Chi legge i nostri articoli sa perfettamente che abbiamo spesso elogiato l'operato di Filippo Inzaghi. Dal punto di vista tecnico, è evidente che la sua Salernitana abbia spesso giocato delle ottime partite pagando a caro prezzo errori individuali, torti arbitrali, e qualche episodio che girava sempre dalla parte dell'avversario. A nostro avviso sottovalutare il lavoro svolto sarebbe ingeneroso. Certo, nell'economia di una stagione pesano i ko interni con Empoli e Genoa. Tuttavia va ricordato che il mister ha ereditato una situazione difficile, dentro e fuori il rettangolo verde, ed è stato costretto a ripartire da zero.
Vogliamo soffermarci, però, sull'aspetto umano. Perchè vedere un professionista che in carriera ha vinto tutto e che ha indossato maglie prestigiosissime che quasi piange di gioia dopo la vittoria di Verona, che "mima" il coccodrillo per dare indicazioni a un suo calciatore, che invoca l'aiuto della curva e carica singolarmente i giocatori senza aggrapparsi mai a nessun tipo di alibi è assolutamente bello ed emozionante.
Averlo esonerato prima di un tour de force sulla carta alla portata, con una zona salvezza non lontanissima e alla fine di un mercato condotto in ritardo da Sabatini è sembrata una forzatura, forse una ingiustizia, soprattutto se poi il sostituto è stato quel Fabio Liverani rispettabilissimo come persona, ma che ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare.
A nostro avviso, anche per i trascorsi vincenti avuti in B, sarebbe bello concedergli una seconda opportunità, in quella categoria stravinta a Benevento e che lo ha visto fare grandi cose a Brescia, Reggio Calabria e Venezia, con un doppio salto sfiorato dalla C alla A. E se qualcuno si sofferma sulle dichiarazioni recenti, pecca di superficialità.
Nel primo caso era assolutamente legittimo replicare al DG. Perchè se Sabatini si assume tutte le colpe, gli chiede scusa e ammette di non averlo messo in condizioni di lavorare, logica imporrebbe le dimissioni o l'esonero del sa e il ritorno dell'allenatore che ha messo sotto quasi tutte le grandi con una rosa obiettivamente piena di limiti tecnici e numerici.
C'è poi un altro episodio recente che fa riflettere. Iervolino elogia pubblicamente Inzaghi quasi prendendo le distanze da chi lo ha esonerato, l'amministratore delegato dice che è tra i papabili alla panchina granata per la prossima stagione e...si dice di no alla richiesta di rinnovo per programmare già da ora? Assodato che il no al ritorno è una informazione non corretta e che oggi il tecnico ha avuto l'opportunità di rettificare dando disponibilità per amore di Salerno, ci piacerebbe che il presidente faccia prevalere il suo istinto. E, se lo reputa bravo, gli affidi il nuovo progetto.
Nulla togliere, ovviamente, a Colantuono, al quale va l'in bocca al lupo per queste nove partite e che va ringraziato a prescindere per aver accettato di gestire una patata bollente del genere. Lui che dovette abdicare per problemi familiari con una Salernitana in zona playoff in B e che, in A, fermando Venezia, Cagliari, Genoa e Spezia e vincendo a Verona aggiunse punti d'oro alla classifica gestendo una situazione estremamente difficile anche a causa dell'emergenza covid.
Se in queste nove gare vedessimo una Salernitana battagliera e magari in grado di fare qualche punto, anche lui sarebbe a pieno titolo in corsa per guidare la squadra in B. Del resto parliamo di un professionista con 500 panchine tra A e B e che ha avviato - tanto per rinfrescare la memoria - il super ciclo dell'Atalanta.
Chiudiamo con una riflessione. L'aumento di capitale sa di continuità aziendale e di rimpianto. Facendolo prima si poteva lavorare meglio sul mercato, chissà. Ora, però, è inutile piangere sul latte versato. C'è l'obbligo morale di allestire una grande squadra, di riportarla dove è stata presa per "appena" 10 milioni, magari parlando già da oggi con Costil, Candreva, Kastanos, Gyomber e Bonazzoli per costruire attorno a loro una super Salernitana.
Si ufficializzi il nuovo direttore sportivo entro un mese per non dilapidare il vantaggio temporale purtroppo acquisito, si rifletta sulla possibilità di concedere a Sabatini la possibilità di lavorare per tre mesi senza l'assillo della classifica (pur con errori clamorosi in questa sua seconda esperienza), si ritrovi l'entusiasmo perso troppo rapidamente ricordandosi che basta veramente poco per riaccendere l'entusiasmo di una piazza che è pronta ad accompagnare il nuovo corso e a concedere di nuovo fiducia alla proprietà. Sperando, ovviamente, che la politica non ponga ulteriori ostacoli.
A Bologna ci saranno 700 persone. A Pasquetta, con la B ad un passo, in un contesto caldissimo e con una potenziale nuova sconfitta all'orizzonte. Con l'Empoli 4000 tifosi alla rifinitura. Col Lecce 16mila. Senza cori di contestazione, senza striscioni contro la società, con cori incessanti fino al 95'. Questa gente merita il meglio, da subito.
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